Superata (con qualche delusione) la notte degli Oscars95, con pochi tra i film premiati ancora in sala (non perdete le nostre recensioni di The Banshees of Inischerin, Everything Everywhere All At Once, The Whale e Women Talking), torniamo a consigliarvi cosa vedere tra alcune delle recenti uscite su piattaforma.

Con Fleishman a pezzi, Disney+ punta al genere dramedy, andando ad unire la più tradizionale commedia newyorkese con tinte e strutture drammaturgiche che sembrano riportare al teatro greco. In questa miniserie, composta da 8 episodi, ci si rivolge prioritariamente ad una specifica fascia di pubblico, quella over40, pur ammiccando nel suo sviluppo anche ad un pubblico più giovane. Questo grazie ad un ritmo e una struttura narrativa capaci di coinvolgere tutto il pubblico adulto.

Lo fa, inoltre, puntando su un cast di grandi star, capitanate da Jesse Eisenberg e Claire Danes .Insieme a tanti altri interpreti che rendono la serie di grande qualità.

Ex giovani, carini e divorziati

Toby Fleishman ha 41 anni ed è uno stimato endocrinologo. Da poco divorziato, per sopportare il dolore di un progetto di vita che sembra sfuggirgli di mano, si tuffa nel mondo, per lui completamente nuovo, delle app di incontri. Ottenendo un successo che non ha mai avuto quando era più giovane, ma ritrovandosi anche in un turbinio di relazioni occasionali che non fanno che accrescere la sua profonda solitudine.

Proprio all’inizio della sua prima estate di libertà, la sua ex moglie, Rachel (Claire Danes), scompare, lasciandolo con i figli Hannah (Meara Mahoney Gross, già vista in Don’t Look Up), e Solly (Maxim Swinton, nel cast di Halston), senza sapere dove sia o se abbia intenzione di tornare. I due figli, abituati ai lussi del loro loft nell’Upper East Side, faticano ad abituarsi al piccolo appartamento ancora parzialmente arredato e Toby inizia a temere di non essere in grado di mantenere il tenore di vita che l’ex moglie riusciva a garantire loro.

Fleishman a pezzi Disney+

Mentre cerca di bilanciare la genitorialità, una potenziale promozione all’ospedale che tarda ad arrivare e tutte le donne attraenti che Manhattan ha da offrirgli, Toby si rende conto che non sarà mai in grado di capire cosa sia successo a Rachel fino a quando non affronterà finalmente ciò che è successo al loro matrimonio.

Ad aiutarlo in questo il ritorno nella sua vita dei vecchi amici Libby (Lizzy Caplan, nota al pubblico per la sua partecipazione a Masters of Sex) e Seth (Adam Brody, il cui personaggio aveva lo stesso nome anche in OC).

Tra Woody Allen e la tragedia greca

Tratto dall’omonimo romanzo e ideato dalla giornalista e autrice Taffy Brodesser-Akner, se al centro troviamo un filone narrativo che andasse dalle app per incontri alle tragedie greche, in Fleinshman a pezzi non mancano nemmeno i riferimenti al cinema di Woody Allen.

Personaggi che fanno fatica ad accettare le responsabilità della vita adulta. Fino a quasi, come nel caso di Seth, da rifuggirle per così tanto tempo da non riuscire a farsi prendere sul serio dai suoi stessi amici quando decide di dare una svolta alla sua esistenza da scapolo impenitente.

Una Manhattan diventata scena di nuovi e boriosi ricchi, in cui tutto ciò che non si adatta alla rincorsa alla scuola materna privata o all’accumulo di denaro a tutti i costi viene messo ai margini. Una medio-borghesia newyorkese ed ebrea, che cerca di mantenere tradizioni in cui nemmeno più crede, ma che sembra sentire il peso dell’educazione religiosa avuta in ogni momento della propria esistenza.

Tutti a pezzi

Non è solo Toby ad essere in crisi. Tutti protagonisti di Fleishman a pezzi sembrano vivere sull’orlo di un baratro. Lo è Libby, con un libro nel cassetto da così tanti anni da aver ormai preso polvere e che vive con un costante senso di colpa ogni volta che sceglie di fare qualcosa per se stessa, lasciando in secondo piano il marito e i figli. Lo è Seth, eterno ragazzino, che arrivato a quarant’anni inizia a vedere la sua vita vuota e priva di senso. E a nulla servirà mostrarsi per la prima volta innamorato, finché i suoi stessi amici lo vedranno come incapace di vivere qualsiasi cosa con serietà.

A pezzi sono anche i personaggi comprimari. Come il giornalista ed autore di best sellers Archer Sylvan (impressionante la verve comica che Christian Slater riesce a mettere in questo personaggio, diventato famoso dopo aver scritto un volume, misogino e provocatorio, sull’isteria che porta le donne a cercare l’autodistruzione nel divorzio.

Lo è anche Adam (speriamo la sua impeccabile bravura convinca altre produzioni che Josh Radnor meriti una strepitosa carriera anche dopo il successo di How I met your mother). Convinto di non essere quel tipo di uomo da non supportare la moglie nello sviluppo della sua carriera, ma che si ritrova a rimproverarla se dimentica un appuntamento di quartiere dei figli o decide di passare una serata con i suoi amici

Fleishman a pezzi Disney+

Lo scopriamo solo nelle due puntate finali, ma anche Rachel è a pezzi. Dopo aver fatto crescere la comprensione ed empatia per un Toby spezzato dal suo divorzio e lasciato in difficoltà dalla ex moglie, ecco che è proprio la persona che più era stato solidale con il protagonista di Fleishman a pezzi a trovare una trasandata Claire Danes su una panchina di Central Park. Quasi incapace di parlare. Che non riesce proprio a ricordare come abbia trascorso quelle sue due settimane di assenza. Ed è lei, in quelle due ore finali, a regalare allo spettatore il personaggio più interessante della serie.

Una donna che non ha saputo reggere il peso tra carriera e famiglia. Che ha un passato familiare tragico, che cerca di dimenticare proprio costruendo una famiglia con quel giovane medico che incontra per caso ad una festa. E con il quale decide di creare la sua famiglia perfetta. Per poi scoprire che non esista. Rachel non voleva il divorzio quasi quanto non pensava che il matrimonio avrebbe sconvolto così fortemente ciò che era. Rachel ama incondizionatamente i propri figli. Ma non vuole dimenticare di avere dei desideri per se stessa.

Fleishman a pezzi ha un ritmo tale che i suoi 8 episodi sembrano volare. Ogni puntata sembra avere una sua conclusione propria, rappresentando un ulteriore momento di nuova consapevolezza raggiunta per i protagonisti. Un’analisi dettagliata dei personaggi in tutte le loro complessità e turbamenti aiuta lo spettatore non solo a conoscerli meglio. Ma anche a riuscire a riconoscere un qualcosa di se stessi in ognuno di loro. Una serie che sembra un film a episodi in cui tutti potranno ritrovare delle proprie vite. E decidere se inventare il proprio finale.

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