Da alcuni giorni, senza un passaggio theatrical, Netflix ha rilasciato direttamente sulla sua piattaforma il film Persuasione, terza (ed ennesima) trasposizione cine-televisiva del romanzo di Jane Austen, pubblicato postumo dal fratello dopo la morte della celebre autrice britannica. Nei panni di Anne Elliot troviamo Dakota Johnson, mentre in regia troviamo una Carrie Cracknell (nota regista teatrale) che sembra aver guardato tutte le stagioni di Brigerton, aver fatto mambassa di tutto quello che non funziona nel feuilleton della stessa Netflix ed aver letto solo di sfuggita il romanzo (senza, peraltro, riuscire a ben comprendere la potenza delle pagine della Austen) prima di iniziare a girare la sua versione di Persuasione.

La trama

Nel caso di prodotti cinematografici ispirati a celebri romanzi, il consiglio è (quasi sempre) di andare a leggere l’opera originaria. Nel caso di Persuasione, ci permettiamo di dirvi che sia decisamente meglio per voi limitarvi alla lettura del romanzo postumo di Jane Austen piuttosto che guardarne l’ultima trasposizione cinematografica. La scrittrice iniziò a scriverlo poco dopo aver completato uno degli altri capisaldi della sua letteratura, Emma, e la storia di Anne riprende molto della determinazione, del coraggio di andare contro alle consuetudini della società medio-borghese e alle imposizioni familiari che contraddistinguevano la sua precedente protagonista.

Anne è la secondogenita di Sir Walter Elliot, un baronetto vanesio, tendente a sperperare il suo patrimonio e fortemente indebitato. Ha sempre visto nelle figlie la possibilità, attraverso giusti matrimoni, di mantenere i propri privilegi. Sir Elliot è già riuscito a far sposare la figlia minore, Mary, con Charles Musgrove, figlio di un rispettato e ricco proprietario terriero. La quale però è incapace di adeguarsi alla vita matrimoniale e che preferisce inventare di essere afflitta dalle più disparate patologie pur di non doversi occupare dei propri figli. Ad Elisabeth – la più grande, nonché quella tra le figlie ad essere considerata la più bella – dopo la morte prematura della signora Elliot spetta la cura dei rapporti con il vicinato nobile. In attesa anche lei di trovare un ricco baronetto da sposare. Lui, Elizabeth e Mary sono molto orgogliosi della loro posizione sociale, e giudicano con disprezzo chiunque appartenga ad una classe inferiore.

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In questo quadro familiare, Anne è ancora sola. Lo ha deciso 8 anni prima, quando la sua famiglia le ha imposto di rompere il fidanzamento con il Capitano Frederick Wentworth, che lei amava profondamente e da cui era ricambiata. Sarà proprio l’inaspettato ritorno nella sua vita del suo primo, grande amore a portare Anne a dover rivedere le sue convinzioni. In un turbinio di sentimenti contrastanti tra il lasciarsi andare alla passione e il voler mantenere quell’indipendenza dalle convenzioni così duramente guadagnata negli anni.

La nostra recensione: Jane, perdonali perché non sanno quello che fanno

Seppur siamo riusciti ad apprezzare l’interpretazione di Richard E. Grant nei panni di Sir Elliot, uno dei problemi di Persuasione sta a nostro giudizio proprio in un cast non ben amalgamato, fatto di attori che non sembrano aver minimamente compreso la potenza dei personaggi originariamente scritti da Jane Austen. Ne deriva una recitazione a tratti raffazzonata. Che cerca di essere marcatamente pop laddove dovrebbe essere centrata e dotata di un’ironia che nessuno degli interpreti riesce a fornire al proprio ruolo. L’esasperazione del black blind che permea il film, con ben 5 membri del cast afro-discendenti sembra stravolgere il senso, la storia, l’essenza di quel mondo in fallimento, ma aggrappato al proprio passato che era composto dalla nobiltà e dalla borghesia inglese di inizio Ottocento. Quel mondo in cui Jane Austen era cresciuta, viveva e conosceva così profondamente da aver saputo conquistare un enorme pubblico nonostante il suo essere scrittrice donna in un mondo editoriale profondamente maschile come quello dell’epoca.

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Persuasion. (L to R) Nikki Amuka-Bird as Lady Russell, Dakota Johnson as Anne Elliot in Persuasion. Cr. Nick Wall/Netflix © 2022

La civetteria estetica mista a sciatteria nell’intensità interpretativa; una fotografia esageratamente patinata e decisamente ripulita; una colpevole banalizzazione della trama e del contesto in cui le vicende si svolgono; il fastidioso, indisponente, continuo superamento della quarta parete da parte della protagonista, che sembra più concentrata ad ammiccare al pubblico che a comprendere l’intrinseco messaggio di forza femminile/femminista della sua Anne. Sono tutti elementi che ci portano a voler chiedere perdono a Jane Austen da parte di chi ha pensato che fosse possibile un simile stravolgimento del suo romanzo. E a consigliarvi di non seguire l’algoritmo. E trovare altro da fare stasera invece di guardare Persuasione su Netflix.

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