Il mondo delle graphic novel conquista sempre di più – e, diciamolo, finalmente – quello del cinema italiano. Nel 2020, ad esempio, era stato il caso di La Terra dei Figli, racconto sul distopico e futuristico pianeta dopo che l’incapacità dell’uomo di tutelare l’ambiente lo aveva distrutto, tratto dall’omonimo romanzo a fumetti e ideato dalla poetica penna di Gipi e portato sul grande schermo da Claudio Cupellini (lo trovate nel catalogo Sky e ondemand su NOW). Lo scorso anno era stata la volta del successo mondiale della serie animata Strappare lungo i bordi di Zerocalcare, tratta a sua volta da alcuni lavori del fumettista romano e disponibile su Netflix.

Ora è Stigmate, graphic novel che porta la firma di Lorenzo Mattotti e Claudio Piersanti (edito da Einaudi), ad essere trasformata (liberamente, molto liberamente) in serie tv. Prodotta da SKY e Lucky Red, infatti, sono infatti disponibili i sei episodi di Christian, uno dei titoli Sky Originals più atteso, presente sia per gli abbonati Sky che on demand su NOW. Scritta da Valerio CilioRoberto “Saku” Cinardi (sua l’idea di approfondire la storia) e Enrico Audenino e diretta – oltre che da Roberto “Saku” Cinardi – da Stefano Lodovichi, che dopo l’affermazione con il suo precedente La stanza, sembra confermarsi come uno dei registi più interessanti nel panorama del cinema di genere horror.

Christian (Edoardo Pesce) è un picchiatore di 33 anni, al servizio di Lino (Giordano De Plano), il boss che, tra violenza e paura, controlla gli abitanti e il micro mondo di Città-Palazzo, un quartiere autosufficiente, in cui nulla è permesso senza il favore del capo. Nell’adempiere ai suoi compiti di riscuotere il pizzo e mantenere il potere di Lino, Christian è convinto di agire con gentilezza, chiedendo alle sue vittime, ad esempio, se siano destrorsi o mancini prima di scegliere quale braccio rompere loro. Ad affiancarlo nelle sue scorribande per mantenere l’ordine e il potere di Lino sul quartiere c’è Davide (Antonio Bannò), figlio del boss che ambisce a ereditare dal padre la gestione dei suoi loschi affari. In questo contesto di intimidazioni mafiose, violenza ricattatoria e strani rapporti di amicizia dettati da legami quasi familiari, ruotano attorno a Christian i disperati abitanti di Città-Palazzo: Rachele (Silvia d’Amico), una tossicodipendente la cui vita è andata alla deriva dopo l’omicidio del padre e il suo non poter lasciare il quartiere; Penna (Gabriel Montesi), un piccolo delinquente, che guarda a Christian con un misto di invidia e voglia di vendetta per un torto subito in passato; Tomei (Francesco Colella), un chirurgo mancato, che sceglie di annullare ciò che è stato presentandosi come veterinario, ma che in realtà si ritrova a ricucire i danni fatti da Christian e i suoi a seguito dei loro eccessi di violenza.

Credits: Matteo Graia per SKY

Nel turbine di disperazione e odio che imprigiona questi personaggi svettano due figure femminili, apparentemente innocenti ed genuinamente amate. Sono Italia (Lina Sastri), madre di Christian, ormai logorata dalla demenza senile precoce, di cui il figlio cerca di occuparsi amorevolmente. E Anna (Milena Mancini), la moglie di Lino, vittima designata di una vendetta ai danni del marito e che vive da quindici anni in stato vegetativo.

Questa la strana famiglia di Christian è il triste e grigio mondo in cui vive. Un’esistenza che non prevede nessuna possibilità di miglioramento delle proprie condizioni. Una vita senza speranza. Ma qualcosa sta cambiando. In un luogo perso come Città-Palazzo, Christian riceve uno dei miracoli più mistici a cui si possa ambire. Sulle sue mani, infatti, compaiono le stigmate. Ferite che non solo gli arrecano un profondo dolore nel momento in cui cerca di continuare a fare il proprio lavoro e gli impediscono di picchiare le persone, ma che lo portano a compiere lui stesso diversi miracoli. Salvando da prima le persone a lui più care e iniziando, poi, a elargire sollievo anche ad altri abitanti del quartiere. Quando la notizia inizia a diffondersi, Christian attirerà l’attenzione di Matteo (Claudio Santamaria), un postulatore del Vaticano che inizierà ad indagare sui prodigi compiuti, spinto piuttosto dal suo scetticismo. Che è dettato anche dal suo essere stato in passato lui stesso un miracolato, ma che alcuni drammi hanno portato a perdere la fede.

Credits: Matteo Graia per SKY

Christian, nei suoi 6 episodi, si presenza come una serie tv in cui i generi narrativi e cinematografici si uniscono e intersecano, dando vita a qualcosa di innovativo nel panorama seriale italiano. Un po’ crime, con una serie di crudi delitti commessi e alcuni misteri irrisolti, che non seguono una linea temporale definita, ma si intersecano tra passato e presente dei personaggi. Un prodotto sci-fi , in cui misticismo e sovrannaturale sembrano meno incredibili della crudezza delle vite narrate e delle vicende che coinvolgono i protagonisti della serie. Una commedia drammatica, nella quale a farla da padrone è l’incedere frequente nel romanesco più borgataro possibile, sublimato dalla scelta di mantenere la stessa cifra stilistica anche nei titoli degli episodi (i nostri preferiti, Tu non stai bene e Ma mica gratis). Resta che il regista Stefano Lodovichi riesce a regalarci con questa serie un immaginario nuovo. Non solo dal punto di vista narrativo (con una tenuta delle complesse dinamiche della storia che non perde mai il ritmo e rende la visione estremamente godibile), ma anche ricreando un mondo diverso, uno spazio unico ed esclusivo dove far muovere i suoi protagonisti.

Credits: Matteo Graia per SKY

In questo modo, Città-Palazzo non è solo l’unione di location scelte a cavallo tra due quartieri periferici romani. Ma uno spazio concreto, che sa essere tremendamente vero, quanto profondamente immaginifico. Divenendo iconico. Così abbiamo che, mentre facciamo qualche breve incursione esterna tra le eleganti strade dei Parioli e i soleggiati giardini del Celio, la brutalità delle esistenze dei protagonisti di Christian sia tutto ciò che di grigio, triste e abbandonato possiamo trovare mischiando il cemento armato del Corviale e il Serpentone (un immenso complesso residenziale lungo un chilometro che si trova a Vigne Nuove). Come Lodovichi ha avuto modo di dichiarare spiegando questa particolare soluzione:

Questa scelta è stata fatta nel tentativo di creare un luogo nuovo, nostro, per guidare l’immaginario verso un mondo epico iconico, che, grazie a un’estetica brutalista e spersonalizzante riporti a un immaginario poco oltre il reale, in odore di sci-fi e fantastico

Una nota a parte merita tutto il cast coinvolto. Non solo per quanto riguarda il protagonista, Edoardo Pesce, che con la sua espressione da gigante buono offre credibilità e dolce violenza al suo personaggio, dimostrandosi ancora una volta tra gli attori più interessanti del nuovo panorama cinematografico. Né soltanto per la ormai affermata bravura e capacità di Claudio Santamaria, in grado di dare spessore ad ogni sua interpretazione e a prescindere al genere in cui deve muoversi. Ma vogliamo soffermarci su alcune interpretazioni davvero eccelse, che ci permettono di assegnare a Christian il profilo di una serie di altissimo livello qualitativo. Da una parte, le perfette interpretazioni di due attori come Francesco Colella e Giordano De Palco, troppo spesso relegati a ruoli minori e che qui si mettono ottimamente al servizio dei loro personaggi, mostrandoceli in tutta la complessità delle loro sfumature. Dall’altra, la possibilità, grazie ai ruoli che ricoprono nella serie, di smettere di annoverare Antonio Bannò e Gabriel Montesi tra gli attori emergenti e poter loro tributare il grande merito che le loro performance meritano, portandoli indubbiamente a compiere un importante passo avanti nelle loro carriere.

Poi, abbiamo tre importanti figure femminili, magistralmente sorrette da tre attrici che sembrano delineare una linea continua tra passato, presente e futuro del cinema. Una retta temporale interpretativa splendidamente delineata dalla forza espressiva di Lina Sastri, dalla struggente forza di Milena Mancini e dalla sensibile sfacciataggine di Silvia D’Amico. Tre attrici che ci fanno comprendere quante splendide attrici abbia il nostro cinema e che, per rendercene pienamente conto, basterebbe offrire loro dei personaggi forti e determinanti come quello di Italia, Anna e Rachele.

Una serie Christian che, ne siamo certi, vi spiazzerà e che seguirete tutta d’un fiato. Aspettando a breve la seconda stagione.

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