Tra realtà e leggenda, la serie Santa Evita racconta la (più o meno) vera storia della sparizione della salma di Eva Peron ed è disponibile da qualche giorno su Star, canale della piattaforma Disney+.

Evita: una storia di politica, amore e mistero.

Convintamente prodotta dall’attrice Salma Hayek, al centro del biopic in 7 episodi viene posta la figura, iconica e controversa, di María Eva Duarte de Perón (trasformata dalla storia di Evita) e l’incredibile giallo che per oltre vent’anni è ruotato attorno alla scomparsa della sua salma.

Figlia illegittima e non riconosciuta, Eva cresce con un profondo sentimento di rivalsa verso una gerarchia ed una classe dirigente che l’ha sempre voluta tenere in disparte. Nel 1934, a soli 15 anni, lascia il villaggio campesino di Los Toldos per cercare fortuna a Buenos Aires come attrice, iniziando una carriera radiofonica di discreto successo.

Amore e politica con Juan Perón
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Dieci anni più tardi, nel 1944, ad un evento di beneficienza per raccogliere fondi in favore delle vittime del terremoto di San Juan, incontra il Generale Juan Domingo Perón, importante gerarca del governo golpista del GOU (Grupo de Oficiales Unidos). Quella sera, al Luna Park Stadium, nascerà il loro grande amore, che culminerà l’anno successivo con il matrimonio e la cui forza il mondo conoscerà dopo la vittoria alle elezioni presidenziali del 1946 di Perón. Evita, oltre a diventare la First Lady più amata della storia dell’Argentina, sarà anche un baluardo vivente della politica sociale e nazionalista del peronismo, al cui successo e radicamento nel paese contribuì con determinazione. A lei, inoltre, si deve il movimento che portò al suffragio universale in Argentina, concedendo per la prima volta nella storia del paese il diritto di voto alle donne nel 1948.

Nel corso dei sei anni di governo, Evita divenne estremamente potente all’interno dei sindacati peronisti, perorando personalmente la causa dei più poveri, dei lavoratori in generale e dei campesinos e descamisados (gli scamiciati) che avevano dato origine al movimento politico del marito.

Morì il 26 luglio 1952, a soli 33 anni, consumata da un tumore che cercò di nascondere al popolo più a lungo possibile, per non inficiare quell’alone di forza attorno a cui aveva costruito tutta la sua vita e carriera politica. Fu allora che Perón iniziò a progettare un grande monumento per i campesinos, al centro del quale ci sarebbe stato un mausoleo dedicato a colei che ormai veniva venerata al pari di una Santa. Contro il volere della famiglia di lei, ma cercando di rispondere alla volontà di Evita di non essere dimenticata, Perón contatta il medico spagnolo Pedro Ara (che si era già occupato della preparazione del cadavere di Lenin) per far mummificare il corpo di sua moglie.

La salma venne successivamente coperta da una bandiera bianca e azzurra e venne posto in una bara chiusa da un vetro trasparente ed esposto alla Segreteria del Lavoro. Al suo funerale la fila dei visitatori raggiunse quasi 2 chilometri: tutti volevano dare il loro ultimo saluto a Santa Evita.

Il mistero della salma scomparsa: l’Operazione Evasione

Il 9 agosto, il feretro venne trasferito ed esposto prima al Congresso poi presso la sede della CGT (Confederazione Generale del Lavoro), dove rimase fino al 23 settembre 1955. Fu in quella data che scoppiò il  golpe militare conosciuto come la Revolución Libertadora, che depose Perón, costringendolo all’esilio in Spagna.

Il giorno dopo, fu lo stesso Dottor Ara a recarsi a colloquio dal generale Eduardo Leonardi, salito al potere, che l’ex presidente gli avesse lasciato in custodia il corpo di Evita. All’incontro partecipò anche Carlos Eugenio Moori Koening, nominato capo del servizio informazioni dell’esercito. Nei mesi successivi Koenig cercò di elaborare nella sua mente un progetto, in seguito chiamato Operazione Evasione: scopo del progetto era nascondere la salma di Eva, poiché i militari della Revolución Libertadora temevano che qualsiasi posto destinato a ospitare quei resti si sarebbe trasformato in un luogo di culto, che avrebbe potuto mettere a rischio la credibilità del nuovo regime.

Fu così che vennero organizzati l’invasione della CGT e il sequestro della salma di Evita. Nei mesi successivi, sotto la diretta responsabilità di Koening, il corpo venne spostato di continuo, in luoghi coperti da segreto militare. Successivamente, comprendendo l’impossibilità di nascondere per sempre un simile oggetto di potenziale devozione, venne organizzato il trasferimento della salma in Europa, dove venne seppellita, in Lombardia, sotto il falso nome di Maria Maggi, vedova de Magistris.

Santa Evita: la serie che svela il mistero?

La serie, in un costante altalenare tra i decenni caratterizzati dall’ascesa e dal governo dei Perón, la nascita del mito di Evita e la sua morte, cerca di ricostruire la sequenza dei fatti che hanno portato alla scomparsa della salma della donna fino al suo ritorno in Argentina, nel 1976, dove da allora è seppellita presso il Cimitero della Recoleta di Buenos Aires, all’interno della cappella della famiglia Duarte.

Lo fa unendo gli elementi tipici del biopic storico con elementi di pura finzione. Come la creazione del personaggio del giornalista d’inchiesta Mariano (Diego Velázquez), che già in passato aveva intervistato l’esule Perón e che crede di avere sufficienti elementi per poter avviare un’indagine per poter ricostruire i fatti che seguirono il sequestro e la sparizione della salma di Eva Perón.

Sarà lui ad accompagnare lo spettatore delle vicende che hanno caratterizzato l’infanzia e l’arrivo nella capitale di Evita, il suo incontro con il futuro marito, il ruolo politico da lei ricoperto prima all’interno del movimento peronista e dopo essere arrivati al potere. E soprattutto, sarà attraverso l’ossessione di Mariano per arrivare a scoprire la verità a portarlo all’incontro risolutore con il Colonnello Koening (Ernesto Alterio), svelandoci il morboso rapporto che lo legava alla First Lady argentina, perpetrato anche dopo la sua morte con un impeto di possesso della salma vissuto dal militare.

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Ma la vera protagonista di Santa Evita è una convincente Natalia Oreiro, cantante e attrice uruguaiana. A lei il compito – perfettamente riuscito, a nostro giudizio – di rappresentare Evita in tutte le sue contraddizioni e in tutte quelle vicende che la hanno portata ad essere venerata dal suo popolo. Una venerazione che diventa seriale, con tinte thriller che sanno appassionare il proprio pubblico. Ma che, al tempo stesso, rischiano di rendere ancora più mitologico un personaggio che già la storia ci ha presentato nella sua iconica potenza.

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