Fin dal suo debutto su Netflix nel pieno della pandemia, Bridgerton si è trasformata, senza troppe sorprese, in uno dei fenomeni di punta per la piattaforma. La serie tratta con qualche libertà dai romanzi di Julia Quinn porta il mondo degli Harmony a scontrarsi con lo splendore della Reggenza inglese. Questo pastiche tra storie d’amore e period drama porta una pressoché totale invenzione storica, non solo nella ricostruzione di usi e costumi (vedesi i vestiti), ma anche e soprattutto per la colonna sonora composta soprattutto da cover di canzoni moderne revisitate da un’orchestra. 

Ogni stagione di Bridgerton, che nasce nel prestigioso universo di Shondaland (casa di produzione di Shonda Rhimes, una delle più influenti figure della televisione contemporanea con alle spalle Grey’s Anatomy, Le regole del delitto perfetto, Station 19 e tanto altro), fornisce una variazione sul tema dell’amore proibito, o meglio sospirato. Anche se in un primo momento ostacolato da circostanze varie quali desideri della regina o ranghi sociali troppo differenti, l’amore in Bridgerton è talmente fondamentale che non può essere impedito ma solamente complicato, rinviato di qualche episodio per dare spazio alla vera protagonista: la tensione sessuale e romantica nella coppia centrale della stagione.

Dopo la passione ardente tra Daphne e il Duca di Hastings e lo scandalo causato da Anthony e Kate, è il turno di Penelope Featherington (Nicola Coughlan) e Colin Bridgerton (Luke Newton), lei stufa di fare da tappezzeria trovando voce solo tra le pagine della rubrica di gossip più temuta dall’alta società e lui appena tornato da un grand tour europeo all’insegna della bella vita.

Se solitamente la coppia centrale alla stagione in Bridgerton ne risulta essere anche la protagonista, questo non è il caso per i cosidetti Polin (lo shipname datogli dai fan) che rimangono incastrati in una narrazione più corale che li priva dello spazio necessario per permettere al loro rapporto di sbocciare. Infatti ad avere spazio quasi eguale a Penelope, è Francesca Bridgerton (Hannah Dodd), l’ennesima sorella che si ritrova a debuttare in società nonostante la sua natura essenzialmente taciturna. Se per arrivare (tra almeno un paio di anni) alla sua storyline è necessaria una costruzione molto specifica, la sua presenza in questa stagione è sì un controcanto alla parabola sociale di Penelope, ma anche un ostacolo narrativo non di poco conto.

Sebbene la storia d’amore tra i due personaggi sia stata suggerita fin dal primo episodio, all’inizio di questa stagione si trovano di nuovo alla linea di partenza, entrambi in preda a una reinvenzione totale della propria immagine pubblica. Il pretesto per il loro (ri)avvicinamento e consecutivo innamoramento è uno tipico dei romanzi del genere: Colin offre a Penelope delle lezioni di charme per riuscire finalmente a trovare marito e fuggire dalla sua famiglia soffocante (le sorelle ricalcano sempre più quelle di Cenerentola). Questa educazione sentimentale porta i due personaggi ad avvicinarsi e quella scintilla che entrambi provavano a placare da tempo non può più essere ignorata.

Per la prima volta nella storia di Bridgerton, ma non di Netflix (il modello era stato già applicato in modo più efficace all’ultima stagione di Stranger Things), la stagione è stata divisa in due parti con il secondo blocco di episodi in arrivo il 13 giugno. Il momento in cui la narrazione si interrompe non funge da vero e proprio cliffhanger, ma preannuncia piuttosto una svolta avvolta da innumerevoli interrogativi e con in sottofondo la scelta musicale forse più assurda dell’intera stagione (sentire per credere).

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