Non è facile parlare del dolore, ma tutti continuano a farlo. Sarà perché si tratta di uno dei temi più universali, dopotutto ogni individuo prova dolore, che sia fisico o psicologico, almeno una volta nella sua vita. Sarà perché il dolore porta quasi spontaneamente compassione e da questa nasce a sua volta una solidarietà tra autore e interlocutore. Il dolore però, oltre ad essere diverso per ogni individuo, è anche l’emozione più difficile da rappresentare. Si cerca di evitarla quanto più possibile, proprio per l’annichilimento che genera, ma quando arriva, diventa totalizzante a tal punto che le parole appaiono superflue, incapaci di cogliere appieno quello che sta succedendo. Per la difficoltà ad affrontare questo tema, ormai sviscerato da qualsiasi artista passato, presente e futuro, stupisce che a decidere di farlo, per la sua opera prima per giunta, sia un autore comico come Daniel Levy.

dopo oliver film netflix
Cr. Courtesy of Netflix © 2023.

Conosciuto per aver creato la sitcom Schitt’s Creek con suo padre, l’attore Eugene Levy (serie che vi consigliamo di recuperare su Infinity), Daniel Levy decide di prendere come punto di partenza la dolcezza naturale che ha sempre caratterizzato la sua scrittura. Dopo Oliver, da oggi disponibile su Netflix, cerca a suo modo di trovare il lato positivo del dolore (difatti in lingua originale il film porta il titolo Good Grief, traducibile come “Buon dolore”), di vederlo come un’ancora che ferma ma anche stabilizza l’uomo.

Daniel Levy interpreta Marcus Dreyfus, un illustratore sposato con il celebre Oliver (Luke Evans), un autore di libri fantasy trasposti in un franchise di successo. Una sera, dopo una festa natalizia, Oliver muore all’improvviso e Marcus si trova costretto a fare i conti, non solo con la perdita del marito, ma anche con i suoi segreti. Sono proprio queste zone grigie della loro relazione a portare l’uomo ad andare a Parigi per cercare finalmente la pace che tanto desidera. A supportarlo ci sono l’infelice ex-fidanzato Thomas (Himesh Patel) e l’eccentrica migliore amica Sophie (Ruth Negga). 

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Cr. Courtesy of Netflix © 2023.

Dopo Oliver funziona meglio quando Daniel Levy accetta appieno la sua natura di storia dolceamara, senza provare ad inserirvi accenni di commedia leggera che stridono con il resto. I cameo di Kaitlyn Dever e Emma Corrin, la prima come la protagonista filmica del franchise nato da Oliver e lə secondə come unə artista viziatə, non offrono mai la levità che il regista e sceneggiatore si auspica, diventando momenti fastidiosi che distanziano lo spettatore dalla storia. Il viaggio a Parigi, riconciliatorio quanto malinconico, rappresenta il vero fulcro del film con atmosfere che ricordano Nancy Meyers. Il rapporto tra Marcus, Thomas e Sophie è un continuo tiro alla corda, creando nuove barriere e buttandone giù altre, cercando di crescere tutti insieme. 

Con il suo debutto alla regia, Daniel Levy ripercorre strade ben conosciute dal pubblico e talvolta rimane in superficie, troppo concentrato su un’estetica patinata e nella ricerca di una canzone che possa farsi carico della portata emotiva di una scena. Quando questa facciata cade e il film lascia salire a galla la confusione dell’amore misto al dolore, lì Dopo Oliver mostra la forza, guidato da tre attori volti a dimostrare tutte le sfaccettature di questo contrasto.

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