Bella Baxter (Emma Stone) è morta o almeno così sarebbe, se il suo cadavere non fosse finito nella clinica dello scienziato Godwin Baxter (Willem Dafoe), God per gli amici. Nelle sue mani diventa l’ennesima possibilità di sperimentare le strane vie del corpo umano. Il cervello del feto, miracolosamente sopravvissuto, viene quindi asportato nella scatola cranica della donna, costretta a ricominciare il suo ciclo vitale in un corpo già adulto. Reimpara a camminare, a parlare, sviluppando un bizzarro affetto verso Godwin, che diventa a tutti gli effetti un padre per lei. A prendere nota dei suoi progressi pensa lo studente Max McCandles (Ramy Youssef), che stimola in Bella la sete di conoscenza. Quando lo spudorato avvocato Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo) si presenta alla loro porta, la donna decide di partire in un’avventura assuefacente e spericolate, tra le meraviglie e i dolori del mondo fuori dalla dimora di Baxter.

povere creature recensione film

Povere creature! di Yorgos Lanthimos, da oggi 25 gennaio finalmente nelle sale italiane, è un Leone d’Oro atipico. Lo stupore non deriva tanto dal suo regista, ormai un nome affermato della scena e già premiato a Venezia, o per la sua fonte, il romanzo omonimo dell’autore scozzese Alasdair Gray. Povere creature! contraddice apertamente quello che è stato il trend degli ultimi vincitori di Venezia: Nomadland, L’événement e All the beauty and the bloodshed erano tutte opere fortemente intimiste ed essenzialiste. Qui ci troviamo di fronte all’esagerazione più spettacolare, un mondo pulsante, vivace, feroce, incontenibile, dove uno degli autori più anomali del panorama contemporaneo che ha reso il distacco emotivo il punto cardine della sua cinematografica si trova a fare esperimenti col concetto stesso di umanità.

Fin dalle prime proiezioni a Venezia la stampa italiana ed estera si è subito affrettata a paragonare Povere creature! e nello specifico Bella a Barbie, in nome di una somiglianza vaga tra i loro scheletri narrativi. Sebbene si tratti in entrambi i casi di creature desiderose di esplorare un modo diverso anche pagandone le conseguenze, il film di Lanthimos è, considerata tutta la sua innata follia, molto più radicato nel reale, nel percorso di evoluzione ed esplorazione che è la crescita di ogni donna. Logicamente Bella non cresce con un libretto di istruzioni su come comportarsi, non sa quali siano le convenzioni sociali o anche solamente i limiti di chi la circonda. Bella è una creatura che scopre la libertà solo esercitandola col corpo e con la mente. Per interpretarla Emma Stone, che prosegue la sua prolifica collaborazione con Lanthimos, smonta e ricompone il suo corpo, dimentica l’uso degli arti, perde il controllo in continuazione e in modi sempre nuovi e sorprendenti.

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A livello strutturale, Povere creature! cade in alcuni dei difetti che si erano già palesati ne La Favorita: avvicinandosi all’epica, la sceneggiature di Tony McNamara, troppo concentrate sul grottesco e l’assurdo, finisce per arrancare in momenti di stallo che allungano la narrazione  senza un vero scopo. In Povere creature! questa sensazione si ha in particolare con la crociera che sembra essere un luogo creato per ospitare una minima scena, la cui contestualizzazione occupa spazio che sarebbe potuto servire per approfondire alcuni personaggi come Toinette (Suzy Bemba), una delle poche figure positive che Bella incontra nella sua odissea. Povere Creature! è un’opera sgangherata, a tratti ingenua, psicotica, impossibile da contenere che riempie gli occhi di meraviglia e di nuova curiosità per il mondo.

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