Dopo il successo lo scorso anno del film di Baz Luhrman Elvis – grazie al quale Austin Butler ha ottenuto svariati premi durante la passata Award Season interpretando il Re del Rock – a Venezia80 arriva in concorso un film che inverte lo sguardo, lasciando che sia la moglie di Elvis Presley a raccontarci il suo punto di vista sulla loro storia d’amore. Stiamo parlando di Priscilla di Sofia Coppola.

Il film, che vede tra i produttori esecutivi la stessa Priscilla Presley ed è tratto dal suo libro autobiografico Elvis and me, ripercorre la turbolenta storia tra i due. Partendo loro primo incontro in una base americana in Germania fino ad arrivare al divorzio tra i due, nel 1973. Quasi vent’anni di turbolenta storia. Tra tradimenti, abuso di stupefacenti e un amore e dedizione da parte di Priscilla che sembravano non bastare mai a Elvis.

La trama

La quattordicenne Priscilla Beaulieu vive con i genitori nella base militare statunitense tedesca di Wiesbaden. Non riesce a coltivare amicizie con i suoi coetanei della base e sente nostalgia di casa. Un incontro fortuito la porterà a partecipare ad una festa a casa di Elvis, arruolato nella stessa base. Lui è già una star internazionale, lei poco più di una bambina. Ma da subito scatta qualcosa tra di loro. E’ bello poter parlare con qualcuno del mio paese, le dice lui durante quel primo incontro. E sembra proprio che la profonda solitudine che entrambi sentono e la nostalgia di casa contribuiscano a dar vita ad un difficile legame. Priscilla deve ancora diplomarsi, mentre il Colonnello – l’agente del Re – riesce a far congedare Elvis e a riportarlo in America. Dove riprenderà rapidamente la sua carriera sia nella musica che per il cinema.

Ma la passione tra i due non sembra scemare. Tanto da riuscire a ottenere che Vernon Presley (il padre di Elvis) ottenga la tutela temporanea di Priscilla, così che la ragazza si trasferisca a Memphis con loro. Da quel momento, Graceland diventerà per la ragazza una prigione dorata. Elvis è sempre fuori, tra lunghi tour e i set cinematografici dai quali è impossibile nascondere i gossip sulle sue frequenti scappatelle. Priscilla, su esplicita richiesta di Elvis, deve restare a casa a svolgere il suo ruolo di guardiano del focolare: non può lavorare, non può frequentare né portare a casa compagni di scuola. Non è libera nemmeno di scegliere quali vestiti indossare e quale acconciatura portare. Priscilla arriverà addirittura a tingersi i capelli di nero pur di compiacerlo. E placarne i frequenti scatti di ira.

Venezia80 Priscilla Coppola Recensione

La passione non sembra mancare tra i due. Ma Elvis si rifiuta di avere rapporti sessuali con lei prima del matrimonio. Avvenuto nel 1967, nove mesi prima della nascita della loro prima e unica figlia: Lisa Marie Presley. Il rapporto tra loro, però, continua ad essere caratterizzato dalle lunghe assenze di lui, dalle sue frequenti relazioni extraconiugali e dalla palese consapevolezza da parte di Priscilla dei problemi di abuso di alcool e droghe da parte del marito. Il solo modo per riprendersi la sua vita (gli dirà ti lascio perché voglio una vita mia) sarà quello di lasciarlo, decidendo di chiudersi dietro le spalle il cancello di Graceland per percorrere un nuovo cammino con sua figlia.

La recensione

In diverse occasioni, Sofia Coppola ha dichiarato di essere rimasta folgorata dalla lettura della biografia di Priscilla. Di aver come molto simile alla sua esperienza personale quella storia di una vita vissuta all’ombra di un ingombrante personaggio famoso. Ha, infatti, affermato:

Sono rimasta colpita dall’autobiografia di Priscilla Presley, sugli anni che ha vissuto da giovane donna, a Graceland. Ho cercato di cogliere cosa provasse nell’immergersi nel mondo di Elvis, per poi alla fine riemergerne e scoprire la sua identità̀. Come artista per me è importante mostrare il mondo attraverso gli occhi dei miei personaggi, senza giudicare. Mi hanno sempre interessato i concetti riguardanti l’identità, il vissuto e la trasformazione degli individui. Questo film indaga il modo in cui Priscilla è diventata quello che è, e cosa significa e ha significato essere donna per lei e per le generazioni successive. Ha vissuto esperienze comuni a molte giovani donne, con la differenza che le ha affrontate in un contesto inusuale. Ed è per questo che nella storia di Priscilla, pur essendo unica, ci possiamo incredibilmente identificare tutte.

In realtà, seppur sia vero che nel raccontarci della sua Priscilla sia evidente che Sofia Coppola stia parlando di esperienze comuni vissute da molte donne dell’epoca come di adesso, il suo personaggio sembra non svettare mai per coraggio. La trasformazione che percepiamo è da adolescente piena di sogni a ragazza che cerca di fare di tutto per crescere più velocemente pur di rincorrere il suo uomo. Pronta a giustificarlo anche quando le lancia un pugno durante un gioco, le scaglia una sedia durante una conversazione o legge dell’ennesima attricetta che si è portata a letto. Una storia che non riusciamo a capire in che modo dovrebbe farci gridare al grande femminismo del suo personaggio.

Venezia80 Priscilla Coppola Recensione

A peggiorare la situazione una narrazione che risulta piatta e priva di ritmo. E non bastano evidenti e cospicui investimenti nel comparto costumi e make-up a farci sopportare la difficoltà di non sbadigliare durante le quasi due ore di Priscilla. E, no, non è (solo) colpa della scomodità delle sedute della Sala Darsena al Lido.

Non aiutano nemmeno le interpretazioni seriali dei giovani Cailee Spaeny (una Priscilla troppo scialba) e Jacob Elordi (essere il Re di Euphoria non basta a prendere il trono di quello del Rock.

Il film è prodotto dalla indipendente A24 (la stessa che lo scorso anno portò a Venezia The Whale e dell’Oscar pigliatutto EEOAO) e arriverà in Italia con Vision Distribution e la collaborazione di Sky.

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