88 anni tra pochi mesi. Woody Allen è sbarcato ieri al Lido di Venezia, portando a Venezia80 il suo cinquantesimo film. Un noir ironico e irriverente, interamente girato in Francia e con un cast tutto transalpino. E il pubblico della mostra si lascia conquistare dal suo Coup de chance, consapevole che possa essere l’ultimo film del regista. Protagonista di una conferenza stampa tra esistenzialismo comico, consapevolezza di essere stato un uomo e un regista fortunato e amore infinito per il suo lavoro.

Centrale in Coup de chance l’idea che siano le coincidenze e la fortuna a guidare le azioni di tutti. E che siano capaci di sconvolgere le nostre esistenze.

La trama

Fanny (Lou de Laâge) e Jean (Melvil Poupaud) sono agli occhi di tutti la coppia perfetta. Realizzati sul lavoro, ricchi, innamorati perdutamente l’uno dell’altra. Vivono in un sontuoso appartamento nel centro di Parigi e fuggono dal caos cittadino ogni weekend per rilassarsi nella loro casa in campagna, fare trekking e andare a caccia: La loro sembra una vita perfetta. Fanny è consapevole degli sguardi puntati addosso degli amici borghesi di Jean, che la squadrano dall’alto in basso, considerandola una moglie oggetto. Ma, dopo un primo, difficile matrimonio fallito, crede di aver trovato il giusto equilibrio tra quella voglia di ribellione adolescenziale che sente ancora di poter esprimere e la quiete che le regala l’agiata vita con Jean.

L’incontro causale con Alain (Niels Schneider), suo ex compagno di liceo) farà capire a Fanny di aver passato gli ultimi anni a vivere quella vita che i suoi genitori borghesi avevano voluto per lei. Mentre la fortuna ha voluto farla rincontrare con quello che sin da ragazzina sarebbe potuto e dovuto essere il suo grande amore.

Venezia80 Coupdechance Allen

Ma la fortuna sa essere anche ingiusta. Proprio mentre Fanny stava prendendo consapevolezza di voler stravolgere la sua esistenza per seguire il suo amore, Alain sparisce improvvisamente. Il mistero che si cela dietro a questa scomparsa la porterà a dover rivalutare tutta le certezze che aveva. Lasciando al caso il ruolo di trovare la via giusta per lei.

La recensione. Una Parigi newyorkese, a suon di jazz

C’è tanta New York in questo parigino Coup de chance. Gli incontri durante i quali Fanny e Alain imparano a conoscersi si svolgono tutti nel corso di lunghe passeggiate al parco. Con colori autunnali e ambientazioni che sembrano ammiccare al tanto caro a Woody Allen Central Park. La sontuosità delle case dei personaggi sembrano richiamare quelle dei ricchi attici dei grattaceli sull’Upper East Side. La campagna richiama e rimanda a quell’ancora rurale New Jersey in cui la borghesia newyorkese trova rifugio. Quasi come se Woody Allen – pur consapevole che il solo modo che aveva per poter realizzare il suo film fosse girarlo in Europa – cerchi di ricreare New York nascondendo Parigi. La colonna sonora sontuosamente jazz che accompagna la narrazione segna un altro filo continuo tra le due città.

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Porta in giro per le avenues e gli arrondissement protagonisti che sono una sorta di summa di tutti quelli raccontati nel corso dei suoi precedenti 49 film. Scrittori squattrinati alla costante ricerca di ispirazione per i loro romanzi. Donne in bilico tra la voglia di libertà e la ricerca di protezione. Amori sbagliati che non si riesce ad abbandonare, per paura di ciò che verrà. In Coup de chance, Woody Allen inserisce anche quel forte legame che lo lega al genere thriller, qui trasposto in chiave ironicamente noir.

Il risultato è che tutto risulta appassionante e appassionato. Che il pubblico in sala non può evitare di ridere alle numerose ed esilaranti battute che i personaggi si scambiano. Ma cadere costante delle foglie che si ripete quasi costantemente con il passare delle scene non può non richiamare ad una fine che si sta avvicinando. Vissuta anche quella – come ricordato in sala stampa dallo stesso regista – che la fortuna non sia mai mancata e che la morte non debba far paura. Visto che è stato solo un caso che abbiamo potuto vivere la vita che abbiamo vissuto.

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