Quando Harmony Korine iniziò a pensare al suo nuovo progetto che poi sarebbe diventato AGGRO DR1FT, si stava interrogando su cosa ci fosse dopo il cinema. Il suo desiderio era quello di andare oltre alla trama, al viaggio dell’eroe su cui ogni storia deve basarsi in qualche forma fin dall’alba dei tempi, per raggiungere un cinema più “vibe-based”. La storia tradizionalmente intesa quindi è lasciata in disparte per concentrarsi sulla creazione di atmosfere tangibili che siano capaci di colmare i vuoti lasciati dal resto. After di Anthony Lapia, presentato al SEEYOUSOUND nella sezione LP Feature, sembra seguire questa filosofia creativa alla lettera.

Una notte a Parigi, dove le luci stroboscopiche di una discoteca rendono i confini sociali invisibili, un gruppo di clubber balla facendo esperienza di un mondo nuovo. Nel caos, due persone, Félicie (Louise Chevillotte) e Saïd (Majd Mastoura), si incontrano e vedono la possibilità per una connessione che vada oltre quella serata. After è un film ridotto all’osso, anche se forse sarebbe disorientante definirlo un film. È, per usare una frase abusata dalla critica, un’esperienza: un invito ad entrare nel club e a lasciarsi catturare dalla frenesia, dal caotico marasma di corpi sudati dove tutto diventa proprietà collettiva.

Segue in un certo modo anche le logiche del documentario, specialmente quando la “narrazione”, o meglio l’esperienza rimane dentro le porte del club. Non assomiglia mai a qualcosa di recitato: potrebbe essere un servizio di un telegiornale sulla vita notturna parigina. Il sentimento che Anthony Lapia vuole catturare è soprattutto quello dell’ennui giovanile e di come nell’ambiente sicuro del club gli queste persone siano capaci di vivere attraverso propri. Si crea una divisione tra la persona fuori dalla discoteca e quella dentro, una rottura che trova massima espressione nella vicenda di Félicie e Saïd.

Se quando il film lascia l’ambiente caotico del club perde la sua furiosa energia liberatoria, riesce tuttavia a guadagnare la quieta e i tempi necessari per lasciarsi prendere dalla malinconia, da quella sensazione che la musica techno (i brani presenti nel film sono remixati da Panzer) mette a tacere. Quelle parole urlate per cercare di superare il volume della musica diventano nel silenzio parole confuse, che cercano una direzione. Quelle connessioni apparenti si aprono a nuove possibilità e alla confusione portata dall’alba.

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