Spesso gli attori provano a intraprendere una carriera da registi, ma non sempre ci riescono con successo. Louis Garrel, giunto ormai al suo quinto lungometraggio, dimostra invece ogni volta di essere uno dei pochi casi in cui il talento non cambia a seconda della posizione occupata rispetto alla cinepresa.

Nato e cresciuto in uno degli ambienti più fertili possibili per un talento cinematografico (praticamente il massimo centro della Nouvelle Vague), Garrel ha mostrato di saper fare film familiari e originali al tempo stesso, capaci anche di trattare importanti temi sociali (La Crusade ne è un ottimo esempio), ma anche i sentimenti e le paure di tutti i giorni. Son film brevi, dritti al punto, che brillano per una sagacia tipica del cinema francese ma che con Garrel trova una sorprendente dolcezza.

innocente garrel recensione film

Con L’innocente, il suo nuovo film dal 19 gennaio nelle sale italiane con Movies Inspired, l’attore e regista sembra aver raggiunto una nuova maturità. Anche questa volta il protagonista è il suo alter-ego filmico, Abel: se il nome del personaggio da lui interpretato in ogni sua opera rimane lo stesso, cambiano le situazioni in cui si ritrova coinvolto.

Qui è un uomo che ha da poco perso la moglie in un tragico incidente e che ora è chiuso in se stesso, privandosi di qualsiasi possibile gioia. Sua madre invece è l’esatto opposto: Sylvie (Anouk Grinberg) è un’attrice sessantenne che, durante una serie di lezioni di recitazione in carcere, si innamora del detenuto Michel (Roschdy Zem) e quando questi viene rilasciato, decidono di convolare a nozze. Abel non accetta l’unione e cerca con l’aiuto della sua migliore amica Clémence (Noémie Merlant).

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L’innocente alterna con facilità la migliore commedia francese a momenti di malinconia, viaggiando tra thriller e drama familiare. Lo fa per parlare delle difese che ciascuno cerca di usare evitare di affrontare i propri sentimenti, finendo così per occludersi alla gioia.

Guardando alla figura materna (la storia è tratta da un fatto realmente accaduto che vedeva appunto protagonista la madre dello stesso attore e regista), Garrel trova la spensieratezza, una gioia di vivere che si è sempre nascosta nei suoi film e che qui riesce ad emergere in tutta la sua forza.

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