Sarà in sala dal 26 gennaio, distribuito da Wanted, Anton Čechov, bel film postumo regista francese René Féret che morirà poco dopo la fine delle riprese (2015). Autore indipendente, si era già dedicato ad altre biografie, tra cui Nannerln, dedicato alla sorella di Wolfgang Amadues Mozart il cui talento era stato sacrificato a quello del fratello. Le vicende personali del noto scrittore e drammaturgo russo prendono vita in Anton Čechov grazie all’intensa interpretazione di Nicolas Giraud (L’Astronaute, Du soleil dans mes yeux) e un’ambientazione accurata che rievoca il fascino della Russia del XIX secolo.

La trama

Anton Čechov, un umile medico russo, scrive racconti che vende ai giornali per sfamare la sua famiglia. Mentre il suo talento viene notato dai suoi colleghi, l’uomo guadagna persino l’ammirazione di personaggi illustri, tra cui Tolstoj. Ma quando suo fratello muore di tubercolosi, Čechov, pieno di rimorso, decide di fuggire dalla sua crescente notorietà e si reca nella colonia penale dell’isola di Sakhalin, in Siberia, per scrivere della società depravata in cui vivono i detenuti. Questo viaggio ispirerà alcuni dei suoi pezzi più brillanti e famosi.

La struttura di un’insolita biografia sentimentale

Presentato dopo otto anni dal suo ultimo ciak, anche in Anton Čechov c’è una sorella che si sacrifica, unica femmina di sei figli che dedicherà tutta la sua vita alla cura delle opere del fratello e che lo sosterrà in ogni modo con la ragione e con l’affetto. Con un passo rapido e leggero, il film inizia nel momento in cui Čechov ottiene i primi successi letterari e da lì continua fino alla morte per tisi a 44 anni.

Anton Čechov René Féret

Sono tanti brevi episodi che, gradualmente, ci permettono di entrare nel carattere del protagonista, delineato attraverso i rapporti che intercorrono tra lui e le persone che gli erano vicine, principalmente i fratelli, la sorella e due donne che lo hanno amato disperatamente, mai ricambiate.

I dialoghi scritti benissimo, asciutti, essenziali, diretti, molto efficaci nel delineare sentimenti e situazioni rappresentano il punto di forza di questo film. Attenta e accurata è la ricostruzione degli ambienti e dei costumi in cui nessun particolare viene trascurato, importanti perché una biografia risulti credibile.

La nostra recensione

Anton Čechov è quasi tutto girato in interni, angusti all’inizio, poi sempre più accoglienti e ariosi, seguendo i progressi della carriera di scrittore del protagonista. Gli esterni sono spesso visti da porte o finestre, come quadri o scenari teatrali che poi finiranno nei drammi di Čechov. Una parte consistente del film è dedicata al viaggio a Sachalin, isola nel Mar del Giappone, avamposto estremo dell’impero russo nonché lager in cui venivano deportati delinquenti veri o presunti. Qui gli orizzonti si aprono, si esce dai bei giardini delle numerose case in cui viveva lo scrittore per riprendere i paesaggi desolati, sempre con inquadrature centrali, pulite e perfette.

Anton Čechov René Féret

La chiarezza che percorre tutto il film si deve anche agli attori, sensibili, misurati, credibili a partire dal protagonista, Nicolas Giraud, e dalle donne che per lui sono state importanti: la sorella Macha (Lolita Chammah) che vive per il fratello senza perdere la sua identità, Lika (Jenna Thiam) l’amante mai riamata protagonista di una struggente scena d’addio e Anna (Marie Féret), la ragazza/istitutrice di Sachalin, innamorata ma troppo lucida per sperare di essere ricambiata.

Ben riusciti anche i numerosi ruoli di contorno, tasselli essenziali per ricostruire un personaggio eccezionale, per nulla facile da inquadrare.

Articoli simili