Era il 2015 quando Roberta Torre iniziò a pensare a un film con Porpora Marcasciano. Nasce così Le Favolose, apertura ufficiale di Notti Veneziane, la rassegna curata da Giornate degli Autori in collaborazione con Isola Edipo. 

Amante dei libri di Porpora, Roberta Torre si appassiona alla sua storia, al suo percorso e alle storie delle persone trans che raccontava e rappresentava durante le sue battaglie civili. Inoltre, è la stessa regista a raccontare che:

Ancora non riuscivo a trovarne una [storia] in cui potessi ritrovare anche me stessa fino a quando non ho incontrato la storia di Antonia, che rappresenta tutte quelle persone che nell’ultimo viaggio sono state tradite e derubate della loro storia, della loro identità, del percorso che hanno costruito in questa vita. Questo film è un contributo alla ricerca della libertà, un inno a chi fa della propria vita un percorso libero, con forza, coraggio, lacrime, gioia, nonostante tutto.

La regista, il cui ultimo film (Riccardo va all’inferno) era stato presentato al Torino Film Festival nel 2017, arriva a Venezia con una storia corale estremamente commovente e coraggiosa, lasciando che siano le sue Favolose ragazze a raccontarsi ed incantare il pubblico. Che non può che restarne ammaliato, apprezzando quello sguardo rispettoso, coinvolgente/coinvolto, delicato pur essendo capace di essere estremamente pungente che la Torre usa nel presentare le sue protagoniste.

Durante la presentazione al pubblico di Le favolose, Veet Sandeh, una delle protagoniste, ha dichiarato:

Siamo qui a rappresentare le nostre identità, le nostre vite.

E ci sembra qui di poter già trovare parte della potenza di questo nuovo lavoro della Torre: identità – spesso sofferte, nascoste, taciute; sempre rivendicate – che vogliono solo poter avere voce, essere vissute senza pregiudizi o senza suscitare sentimenti di vergogna. Roberta Torre, nel lasciar uscire libere le identità delle sue protagoniste, dà finalmente loro voce. Riempiendo la Sala Laguna (location inaugurata dalle Giornate lo scorso anno e che si presenta come il salotto più comodo del Lido, in cui godere delle proiezioni in un clima informale, in cui la passione per il cinema ne esce sublimata) di passione, sentimento, commozione.

La trama: ricordando Antonia

Porpora e Nicole riuniscono le loro amiche storiche nella villa che per tanti anni era stata il loro rifugio. In questo modo, dopo anni, Le Favolose si ritrovano tutte insieme.

Non proprio tutte. Massimina non c’è più. Morta senza mai aver chiesto perdono per quella bruciatura di sigaretta lasciata sulla pelliccia di Nicole, convinta l’amica lo avesse fatto volutamente, per invidia. Ma, soprattutto, da alcuni anni è scomparsa anche Antonia. La più bella tra loro, la più sensibile. La più sfortunata. Perché, quando hanno dovuto preparare il feretro per la tumulazione, i suoi familiari non sono riusciti a superare la vergogna e l’hanno seppellita come se fosse un elegante abito da uomo. Rinnegando la vera identità di Antonia. Lei e le altre, infatti, non si riconoscevano (né vogliono farlo) in quella camicia bianca, giacca e cravatta nera. Una di loro dice di averne viste tante nella bara, travestite da uomo. Non è ciò che loro sentono di essere.

Loro sono Le Favolose. Sono donne trans. Quell’affronto fatto ad Antonia, una sua lettera ritrovata dopo anni e la volontà di fare una seduta spiritica per richiamare lo spirito della loro amica, porta le altre a raccontarsi. Il loro passato. La difficoltà di farsi accettare. Il rapporto con la prostituzione e la tossicodipendenza, passaggi (quasi) obbligati negli anni in cui nessuno voleva accettarle. Ma, soprattutto, la voglia di essere ascoltate. Ed amate

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La recensione: “In ricordo di tutte quelle di noi che non ci sono più”

Le favolose è un mokumentary folle e trasgressivo. Come non temono di mostrarsi le sue protagoniste. Porpora, Nicole, Sofia, Mizia, Sadeh e Patrizia sanno che in quella casa dove finalmente si ritrovano erano state felici. E, in un dialogo frenetico intervallato da momenti di intima confessione, si chiedono se lo siano state anche le loro vite. Ricordando quelle di loro la cui esistenza si è interrotta troppo presto per comprendere se avessero o meno trovato la felicità. Si confidano con la telecamera. Si punzecchiano tra di loro. Come succede in ogni famiglia. Perché ognuna di loro è per l’altra amica, sorella, madre, zia, amante. Spesso ricoprendo tutti questi ruoli insieme, a seconda delle esigenze l’una dell’altra. Il racconto diviene di volta in volta più toccante man a mano che scopriamo le storie di ognuna di loro. Passando per come le loro vite si siano intrecciate. Come la necessità di un supporto, di non sentirsi sole ed incomprese sia stato per loro fondamentale.

In una sala di una notte veneziana, l’attrice che interpreta il ruolo di Antonia da giovane ha profondamente toccato il cuore del pubblico con le sue parole:

Pensavo di non avere una storia, un passato. Mi sentivo orfana. Da quando ho conosciuto tutte Le Favolose sento di non esserlo più, di aver trovato la mia famiglia.

Fatevi adottare anche voi da queste favolose e coraggiose donne. Sostenetele. Per le strade delle vostre città. In qualsiasi momento sentite o vedete che la loro dignità e i loro diritti vengono calpestate. O anche semplicemente la prossima settimana, quando il film di Roberta Torre arriverà nelle sale. 

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