Prima di tirare la prima stoccata della finale dei campionati mondiali di scherma il 12 ottobre 2011, Paolo Pizzo si ferma sul posto e chiude gli occhi. Pochi minuti verrà incoronato campione del mondo, ma in quel momento si vede passare la vita davanti agli occhi, pensando a tutti gli ostacoli che ha superato per poter arrivare fin lì. Così inizia La stoccata vincente, il film TV che porta sullo schermo per la prima volta la vera storia di Paolo Pizzo, qui interpretato da Alessio Vassallo.

Il film traccia il percorso che ha portato il campione al trionfo a livello mondiale nella sua Sicilia, partendo dalla sua infanzia e dalla sfida più difficile della sua vita: a soli undici anni difatti ha dovuto combattere contro un tumore al cervello, sconfitto grazie al supporto incondizionato della famiglia e nello specifico del padre Piero (Flavio Insinna), diventato poi suo allenatore. La sua carriera agonista inizia sotto la guida del grande maestro russo di scherma Oleg Pouzanov (Maciej Robakiewicz), un uomo stoico che mette a dura prova la sua forza di volontà e soprattutto il suo amore per lo sport. Un intervento e una tragedia lo portano a riconsiderare la sua priorità e a scegliere la sincerità con le persone che lo circondano, specialmente con la fidanzata, l’atleta Lavinia (Elena Funari).

Liberamente ispirato all’omonimo libro firmato da Paolo Pizzo e Maurizio Nicita, La Stoccata Vincente prova un approccio diverso, perlomeno nella forma, al mondo del biopic. Al normale racconto ordinato, preferisce un ricorso continuo a flashback, creando parallelismi tra gli ostacoli che ha dovuto affrontare. È uno stratagemma efficace, specialmente all’inizio del film, ma che nel lungo termine finisce per cadere nella ripetizione quando si incentra sul periodo della guarigione di Paolo. La stoccata vincente ha il grande merito di avere sempre la giusta misura nell’approcciare una storia così delicata. Non cade nel pietismo, ma opta per sottolineare l’estrema determinazione del suo protagonista anche quando questa rischia di minare i rapporti di Paolo con chi ha attorno.

Un’importante protagonista del film è la Sicilia, terra natia del campione e scenario della sua grande consacrazione. È mostrata come innatamente collegata alla famiglia Pizzo in un rapporto di reciproco scambio continuo. Attraverso il cambiamento della famiglia, anche la regione può cambiare e crescere. I panorami siciliani (sarebbe impossibile non citare gli allenamenti tra Paolo e suo padre sull’Etna) fanno sfondo a ogni pietra miliare della vita di Paolo, come a rendere le sue vittorie anche vittorie della sua terra.

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