In un piccolo villaggio rurale fatto di case austere e allo stesso tempo familiari di pietra, che appare sospeso nel tempo, incastonato tra le montagne nella Galizia, è difficile immaginare il mondo esterno. Chi ha messo le proprie radici in quelle terre da tanto tempo cerca di proteggere come meglio riesce, guardando con diffidenza gli estranei che provano a disturbare quella quiete.

È proprio qui che si trasferiscono Antonie e Olga (Denis Ménochet e Marina Foïs), una coppia francese che vive la propria fantasia idilliaca, coltivando verdure e occupandosi di riportare vecchie case abbandonate allo splendore di un tempo. Alcuni vicini, tuttavia, non sono molto felici della loro presenza. I fratelli Xan (Luis Zahera) e Lorenzo (Diego Anido) Antas, dopo un torto, scelgono di cacciarli dapprima in modi subdoli, poi passando alle minacce verbali e infine sfociando nella violenza fisica.

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As Bestas, il thriller di Rodrigo Sorogoyen vincitore di nove Goya dal 13 aprile nelle sale italiane grazie a Movies Inspired, esplora il conflitto tra tradizione e cambiamento, tra la natura e quello che viene percepito come un pericoloso parassita destinato a mangiare tutto. Basato sulla storia vera di una coppia danese trasferitasi nel 2014, il film è una partita di domino, qualcosa che apparentemente dovrebbe essere semplice ma che è capace di trasformarsi con il minimo gesto in quanto di più crudele esista. Il risentimento e l’odio che Xan e Antas provano verso la coppia francese, colpevole di aver contaminato il loro angolo di paradiso, pervade ogni aspetto delle loro vite e presto finisce per divorare anche l’intero villaggio.

Il germe della violenza si impossessa di ogni fotogramma del film, facendosi tarlo nelle teste di ogni personaggio, che sia vittima o colpevole e i confini tra le due fazioni diventano sempre più malleabili. Antonie e Olga si son trasferiti in Galizia per cercare la pace, mentre Xan e Lorenzo hanno smesso da tempo di vedere quel posto come fonte di gioia, non riuscendo ad avere prospettive per il loro futuro.

As Bestas si prende tempo per costruire il conflitto, per esasperarlo, per rendere il pubblico parte attiva e costringerlo a prendere una posizione che tuttavia non sarà forse mai definitiva. La Galizia diventa contemporaneamente Paradiso e Inferno, spazio aperto e libero e carcere da cui è impossibile fuggire. In questo gioco di potere e crudeltà emerge potente l’interpretazione di Marina Foïs, che regala al film un necessario punto di vista femminile mettendo in luce l’infantilità alla base del conflitto da cui però non si può più fuggire.

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