Tra le novità in sala dalla scorsa settimana troviamo Mixed by Erry, nuovo film diretto da Sydney Sibilia, che ci riporta in una Napoli anni ’80 in cui i fratelli Frattasio erano i re e pirati della musica italiana. Dopo aver reso iconica la trilogia dei ricercatori di Smetto quando voglio e aver portato sul grande schermo la follia ingegneristica di L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, il regista punta su una storia di famiglia: quella di tre fratelli che, dal quartiere Forcella di Napoli, hanno creato un fenomeno di imprenditoria (illegale, pirata, appunto) che li ha portati ad essere la casa discografica con i maggiori incassi d’Italia.

“Volevo solo fare il DJ”

La famiglia Frattasio è povera, ma onesta. A cavallo tra gli anni Settanta e gli Ottanta, in un contesto di marginalità sociale come quello del quartiere Forcella di Napoli, tre fratelli crescono tra le premure della madre casalinga e l’aiuto che danno al padre. Avendo come genitore un venditore ambulante di whiskey Jack Daniels contraffatto, i tre fratelli Enrico, Peppe e Angelo crescono tra il rione e la cucina di casa. Cercando di trovare una via tra la bollitura del the da trasformare in noto distillato americano, l’arroganza degli scugnizzi in strada e le loro passioni.

Come quella che spinge Enrico a fare le pulizie in un negozio di elettrodomestici per poter ascoltare quanta più musica possibile. Creando compilation in musicassetta per aiutare il fratello Angelo a riconquistare la sua amata o per fare colpo su una ragazza incontrata in discoteca.

Mixed by Erry recensione

Nonostante la vita del quartiere, la costante ricerca di espedienti per sopravvivere ed un’innata timidezza, Enrico ha un grande sogno: quello di diventare un DJ. Ci prova, cercando di gareggiare durante una serata per scoprire nuovi talenti al mixer. Ma viene cacciato (da un Rais – frontman degli Almagretta – perfettamente e crudelmente in parte) ed invitato a cambiare mestiere perché non ha né le origini né le caratteristiche giudicate necessarie.

Ma Enrico vuole solo continuare a regalare musica ai tanti giovani come lui, che si ritrovano a vivere anni in cui tutto sembra raccolto nei testi di un brano, ma non ci sono nei quartieri negozi di dischi. Da questa idea nasce la Mixed by Erry, progetto imprenditoriale in cui coinvolge da subito il fratello Angelo (lo scienziato, perché l’unico dei Frattasio ad aver conseguito il diploma di quinta elementare). Spetterà a lui, venditore di sigarette di contrabbando, creare la prima rete di distribuzione delle compilation in musicassetta create da DJ Erry. Peppe, appena uscito dal riformatorio per tentato omicidio, invece, si occuperà di tenere a bada i boss camorristi e i contrabbandieri marocchini che provano a intralciare il loro successo.

In pochissimo tempo, le compilation della Mixed by Erry diventano un’istituzione a Forcella. Tutte le vogliono. Con la loro nastroteca presa d’assalto da chi non vuole perdere l’occasione di averne una in tasca. Il loro successo inizia a insospettire la guardia di finanza. Con il Comandante Ricciardi (un Francesco Di Leva che continua a dimostrare come e quanto la sua bravura possa essere messa al servizio del dramma come della commedia), nemico giurato dell’illegalità in città, che non si arrende all’idea che sia impossibile smantellare il traffico di quelle musicassette che ormai sono ovunque, con una distribuzione ormai nazionale e una rete distributiva talmente capillare ed organizzata da riuscire a sfuggire a tutte le retate.

Mixed by Erry recensione

Mixed tra realtà, pirateria e nuovi talenti

In un’intervista rilasciata a Gianmaria Tamarro per RivistaStudio, Armando Festa (co-sceneggiatore del film con Sydney Sibilia) ha sottolineato come la storia raccontata in Mixed by Erry sia sì romanzata, ma ricca di elementi tratti dalla vera storia dei fratelli Frattasio.

Ha, infatti, dichiarato:

I fatti principali, alcuni dei fatti principali, sono andati proprio così. Il papà di Enrico vendeva davvero whiskey falso, un criminale marocchino li ha davvero minacciati di gambizzarli e Angelo è davvero intervenuto fermandolo. Anni fa – dichiara Festa a Tammaro – io e Sydney ne abbiamo parlato. Non di fare un film, intendiamoci. Ma di Mixed by Erry. Tutti e due, a casa, avevamo delle cassette che avevamo comprato quando eravamo più giovani. E ti dico la verità: io avevo già pensato, una volta, di fare un documentario su Mixed by Erry. Ho cercato su Google e ho scoperto che il vero nome di Mixed by Erry era Enrico Frattasio; allora sono andato su Facebook e ho trovato diversi risultati. Uno, però, aveva come immagine di profilo il logo di Mixed by Erry, e lì ho capito: era lui. A quel punto gli ho scritto e ci siamo incontrati. Eravamo io, Sydney, Enrico e Peppe. Sono stati loro a metterci in contatto con Simona Frasca, che ha scritto un libro su questa vicenda (Mixed by Erry. La storia dei fratelli Frattasio, edito da Ad Est dell’Equatore)

Nella realtà, i fratelli Frattasio erano 5, tra cui una sorella. Ma, all’epoca dei fatti, gli altri due erano minorenni e non hanno avuto nessun coinvolgimento nella storia dell’impresa pirata di famiglia. Nella vicenda narrata nel film, invece, si sceglie di concentrarsi sui tre maggiori. Caratteri e fisicità diverse. Diversi modi di affrontare la vita. Ma tutti accumunati dalla voglia di fare qualcosa, di mettersi in gioco. Nella consapevolezza che non sarà la vita del quartiere a dare loro la possibilità di emergere. Loro vogliono qualcosa di più.

Sono orgogliosi di quell’essere pirati che viene loro affibbiato prima da Ricciardi e poi dalla stampa. Godendosi il successo, i soldi che finalmente arrivano, in copiose mazzette milionarie, in casa. Di sostenere non solo la loro famiglia, ma arrivando a dare lavoro a centinaia di famiglie. Tutte a nero, ma non nella stretta di qualche cosca mafiosa.

Mixed by Erry recensione

Nella scelta degli attori a cui affidare i ruoli di Enrico, Angelo e Peppe Sydney Sibilia avrebbe potuto puntare su volti noti, magari andando a pescare tra i tanti attori che spopolano nei cast delle serie tv di maggiore successo. Ma Mixed by Erry non è un film scontato nemmeno nelle scelte del cast da dirigere in scena. Grazie a questa (sana) scelta, il pubblico ha modo di conoscere gli emergenti Luigi d’Oriano (Enrico, aka Erry), Giuseppe Arena (Peppe) e Emanuele Palumbo.

Tre giovani volti, ognuno perfettamente a suo agio nel ruolo che sono chiamati ad interpretare e capaci di portare sullo schermo una genuinità, freschezza ed incisività che sono parte di quell’incredibile ritmo di cui il film gode. I loro dialoghi serrati, spesso in dialetto; la loro fisicità messa al servizio di ogni scena; una espressività di grande valore, capace di dare voce anche ai rari momenti di silenzio in scena. Tutti elementi che rendono la loro interpretazione al pari di attori con anni di carriera alle spalle.

Affianco a loro, altri volti ed interpretazioni sorprendenti. A spiccare, indubbiamente, sono gli attori scelti per impersonare i genitori Frattasio. Una Cristiana Dell’Anna che – dopo il successo televisivo ottenuto con la sua partecipazione in Gomorra e l’ottimo riscontro di critica e pubblico avuto dopo la sua interpretazione nel Qui rido io di Mario Martone – si conferma come una delle attrici più interessanti del panorama attoriale più giovane. Accanto a lei, quell’Adriano Pantaleo la cui carriera sembrava dovesse essere relegata al ruolo interpretato da bambino nell’Io speriamo che me la cavo di Lina Wertmuller (vi consigliamo la visione – su Prime Video – dell’interessante documentario di Giuseppe Marco Albano che va a guardare proprio a come se la siano cavata i bambini del film), ma che, con tenacia ed una continua ricerca di crescita professionale, ha saputo mantenere la sua spontanea intensità interpretativa.

Impossibile, poi, non ricordare la breve seppur non marginale partecipazione di Fabrizio Gifuni nei panni dell’imprenditore milanese che coglie subito il potenziale di quei fratelli capaci di fare un ordine di 5 miliardi di audiocassette vergini in un’unica soluzione. E che sarà pronto a tradirli quando la stretta dello Stato inizierà a colpire la Mixed by Erry.

La conquista dei pirati di Sydney

La storia raccontata da Sydney Sibilia in Mixed by Erry non è solo quella di una generazione che aveva voglia di svago e faticava a trovare un proprio spazio all’interno della società. Ma è anche quella dell’importanza dei legami familiari. Della voglia di inseguire i propri sogni. Di trovare soluzioni in un sistema che sembra mettere solo veti.

Non c’è un giudizio sugli atti criminali (pirateria, lavoro nero, evasione fiscale, tra gli altri) commessi dai fratelli Frattasio. Ma nemmeno assoluzione. Tant’è che ce li mostra, sin dalle prime scene, nell’unico epilogo che quella storia avrebbe potuto avere: la condanna al carcere per ognuno di loro. Ma continua a mostrarci i pirati della Mixed by Erry nella loro ingenuità (tanto da convincersi che le mazzette di milioni di lire nascosti non verranno intaccati dall’attuazione del Trattato di Maastricht).

Allo stesso tempo, però, non vuole negare la genialità del sistema imprenditoriale che sono stati capaci di creare. Riuscendo a far arrivare nelle strade del quartiere la compilation di Sanremo anche a poche ore dalla serata inaugurale all’Ariston. Come? Per scoprirlo, dovrete andare in una della 130 sale cinematografiche in cui la 01 Distribution ha in programmazione questo nuovo titolo, nato dalla collaborazione della Groenlandia e Rai Cinema. E farvi intrattenere per tutti i titoli di coda dal brano che Liberato ha appositamente composto per il film. Solo quando l’ultimo nome e logo saranno apparsi sullo schermo potrete scoprire l’identità della temibile talpa sanremese.

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