Chiusa a prima settimana di una decima edizione di un Seeyousound che sta confermando l’affetto del pubblico per la manifestazione e il sempre cresente interese da parte del settore festivaliero italiano, abbiamo incontrato Carlo Griseri, direttore artistico del festival dedicato all’intrinseco rapporto tra cinema e musica. Un’occasione per fare un primo bilancio non solo di questa edizione, ma anche di questi primi 10 anni di storia.

Dieci edizioni. Un traguardo importante in na reltà come Torino in cui Seeyousound sta diventando un punto d riferimento. Come lo state affrontando

Sicuramente un traguardo imporante e insperato se penso a dieci anni fa. Io non ero nel primissimo nucleo di amici che siè trovato attorno ad un tavolo chiedendosi perché non ci fosse un posto dove far vedere quel cinema musicale che tanto piaceva loro. E che da questo interesse anno organizzato una rassegna prima e un festival poi. Io sono entrato nel momento del primo allargamento, quando la manifestazione stava crescendo. Ho fatto una carriera a step, partendo dall sezione dedicata ai corti per arrivare a oggi, a riverstire da sei anni il ruolo di direttore artisico.

Comunque, all’inizio, non c’era la sicurezza di riuscre ad andare avantti. In primis, perché nessuno di noi faceva questo lavoro. Abbiamo imparato a farlo. Anche guardando gli altri festival e cercando di migliorare giorno per giorno. Le risorse economiche sono state, fin dall’inizio, molto precarie e incerte. Ancora oggi non abbiamo una linea chiara di finanziamento chiara, capacedi garantirci cosa succederà in futuro.

Però l’elemento trainante è che il festival èiniziato a piacere non solo a noi. Ma al pubblico. Le persone venivano, hanno iniziato a tornare, a portarne di altre. Si vedeva che c’era piacere di esserci la voglia ditornare. Nel giro di poco, effettivamente, Seeyousound è cresciuto tanto.

Seeyousound 10 Carlo Griseri Intervista
Ph. Seeyousound
Nemmeno il COVID è riuscito a fermare questa crescita

Abbiamo sicuramente avuto una battuta d’arresto importante durante la pandemia. Siamo stati il primo festival essere letterlamente fermato dal COVID, a manifestazione già in corso. Un’edizione che sarebbe dovuta e potuta essere quell dell svolta. Ma che abbiamo dovuto interrompere. Abbiamo cercato di ritrovare il nostro pubblico l’anno successivo. Ideando (tra i primi, NdR) una piattaforma digitale tutta nostra PlaySYS. Un progetto a cui abbiamo creduto molto e che al momento abbiamo dovuto accantonare non per mancanza di volontà. Ma per a necessità di un investimento economico che non abbiamo potuto sostenere, volendo ritornare pienamente in presenza.

Come è cambiata l’attenzione del pubblico verso il cinema a tematica musicale in questi anni?

Enormemente. Anche solo per il fatto che, da quando abbiamo iniziato a fare il festival, la quantità, la quantità e la arità di cinema a tematica musicale è cresciuta in modo inatteso e davvero insperato. C’è molto di più di prima e c’è un po’ di tutto. Dal film mainstream più o meno riusciti, come Bob Marley. One Love che è in sala ora, un’attenzione nuova da parte anche dei grandi festival e il fatto che anche le piattaforme stiano iniziando a produrre cinema a tematica musicale. Si pensi a Maestro o al documentario We are the world: la notte che ha cambiato il pop, entrambi titoli di e su Netflix. Ormai tutti hanno capito che quel tipo di prodotto funziona e ha un pubblico in espansione.

Dieci anni fa, quando abbiamo cominciato, era completamente diverso. Erano prodotti rari e non arrivaano in sala. In tutto questo, esserci ancora e vedersi sempre più riconosciuto un ruolo importante in questo panorama non era scontato. E siamo felicissimi di essere arrivati a questo.

Anche se ogni hanno ci chiediamo se n valga la pena. Ma la risposta è sempre sì, perché le soddisfazioni sono tante e la gente risponde sempre in modo molto caloroso.

Uno degli aspetti incredibili del Seeyousound è la capacità di unire alla proposta cinematografica un’offerta musicale, live, perfettamente inserita all’interno della programmazione.

Questo è un po’ uno deisegreti del Festival. Vero che cerchiamo sempre di variare il tipo di film e il tipo di musica che raccontano. Ma abbiamo sempre sentito l’esigenza di aggiungere anche la componente live.

Seeyousound 10 Carlo Griseri Intervista
Ph. Seeyousound

Seeyousound è sempre stato un evento nell’evento. Perché cerchiamo sempre di creare almeno un momento giornaliero di approfondimento dei film che mostriamo con la musica dal vivo. L’ideale è quello di vedere un documentario su un artista e poi ritrovare quello stesso artista che suona sul palco dopo la proiezione, nel cinema in cui abbiamo visto un film su di lui.

C’è un artista che mai avresti pensato di riuscire a coinvolgere e che, invece, è stato vostro ospite?

Sono venuti dei nomi grossi, anche aldilà del budget che avevamo a disposizione. Nomi importanti della scena musicale. A titolo personale – siamo tanti a lavorare a questo festival e ognuno di loro potrebbe fare una scelta diversa – credo sia stata la reunion dei Songs With Other Strangers, gruppo di cui faceva parte Manuel Agnelli, Cesare Basile, Marta Collica, Hugo Race, e altri. Erano un gruppo di nove amici che si erano uniti negli anni zero de Duemila e avevano fatto alcuni concerti insieme. Con loro, un regista, Vittorio Bongiorno, che li aveva filmati e aveva realizzato un piccolo documentario. Che nemmeno loro avevano mai visto. Lo abbiamo proiettato noi al Seeyousound dieci anni dopo e all proizione è seguita una loro esibizione.

Unn festival in crescita continua. Che, sognando di riuscire a ospitare sotto la Mole a breve anche Michael Stype, si appesta a vivere un ricco weekend di eventi con cui festeggiar i propri dieci anni.

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