Il filone loquemur latine innescato da Romulus trova adepti anche al Torino Film Festival che presenta, fuori concorso, il film Illyricum, coprodotto da una alleanza trans-adriatica composta da Croazia, Slovenia, Italia, Kosovo e Bosnia ed Erzegovina per la regia di Simon Bogojevic-Narath. Parlato per larga parte in latino classico, con un forte accento croato che ne facilita la comprensione. Comunque i sottotitoli soccorrono tutti, soprattutto per quelli che il latino credono di saperlo.

La trama

Siamo nel 37 a.C. al seguito di un drappello di soldati romani che accompagnano un esattore a riscuotere le tasse in un territorio che corrisponde più o meno all’attuale alla Dalmazia meridionale e all’Albania. Durante il viaggio trovano un giovane liburno preso in flagranza di reato ma, anziché punirlo, decidono di portarlo al seguito perché può essere utile nelle relazioni con i popoli indigeni. La spedizione sarà molto complicata dalle tribù locali, che non dimostrano alcun desiderio di collaborare e soprattutto non vogliono pagare i tributi, fino a uno scontro finale con numerose vittime.

Cosa ci ha colpito

Il film è curioso e senz’altro storicamente informato, anche laddove sembrerebbe totalmente inattendibile, come quando vengono inquadrati in primo piano dei calzettoni di lana fatti ai ferri, punto a costa tre per tre. Invece no, hanno ragione perché è provato dall’iconografia che la maglia di lana era presente in Grecia già dal VI secolo a. C. e in seguito anche a Roma. Anche la partita di pallavolo giocata dai soldati romani (mentre il liburno provava a prenderla a calci, subito redarguito) è testimoniata da numerosi affreschi, compresa la riproduzione esatta della palla a quattro spicchi.

Torino Film Festival Illirycum

La narrazione è interessante e variegata, con tanti particolari relativi alla vita dei soldati, ai loro accampamenti, alle regole, alla disciplina, anche se la spedizione sembra insufficiente, composta da non più di una dozzina di uomini a protezione dell’esattore. Quest’ultimo è un giovane nobile romano molto snob, alcolista, colto con un bellissimo amante al seguito, lucreziano, come si doveva ai tempi nei circoli più esoterici.

I nemici sono bellissimi, con costumi di pelli e copricapi spettacolari. Sono anche crudeli e poco affidabili, infatti drogano metà dei romani con una pozione di presunta pacificazione, con inevitabile effetto Asterix. Ci penserà l’altra metà a debellarli grazie ad una più avanzata tecnologia militare. 

Torino Film Festival Illirycum

Più trattabili le due sciamane liburne che guariranno alcuni soldati da una tosse perniciosa contratta forse in Africa, ringraziate con un tentativo di stupro. Bellissime le sequenze dedicate alle terapie. L’idea è che i romani debbano uscirne ridimensionati e più simili ai popoli indigeni di quanto credano. Certo che, più che alla perfezione delle legioni, con le loro tuniche impolverate dal viaggio e anche un po’ lacere rimandano piuttosto all’Armata Brancaleone, per cui l’assimilazione è avvenuta per forza di cose.

Simon Bogojevic-Narath mantiene un buon ritmo, tiene desta l’attenzione, è bravo a inserite episodi che alleggeriscono e alla fine ricostruisce con efficacia una parte di storia del Mediterraneo. I costumi sono abbastanza curati, l’accampamento ben documentato e anche gli utensili. Conviene fidarsi e cercare di guardarlo, soprattutto se si ama il latino chiaro e comprensibile.

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