Per la sua XXI edizione, il Festival del Cinema di Porretta sta ospitando una speciale retrospettiva dedicata al centenario dalla nascita di una figura eclettica e particolare del nostro teatro e cinema: Luciano Salce.

Irriverente, sperimentatore, eclettico, Luciano Salce ha saputo raccontare l’Italia del dopoguerra attraverso un’ironia estremamente fisica, disegnando una serie di personaggi e caratteri ancora oggi indimenticabili, dal Federale a Fantozzi, passando per tanti altri, specchio di un’Italia del boom, piena di contraddizioni, da cui si distanziava e che guardava con profonda ironia. Con il desiderio di far conoscere alle giovani generazioni un grande del cinema, forse in parte dimenticato, Porretta ha voluto dedicargli una retrospettiva articolata in cinque film, che permetteranno al pubblico del Festival di rivedere e riscoprire alcuni volti iconici del nostro cinema diretti da Luciano Salce: da Ugo Tognazzi a Paolo Villaggio, un raro Luigi Tenco, e poi Catherine Spaak, Anna Mazzamauro, Lino Banfi, solo per citarne alcuni.

Questi i film che compongono la retrospettiva:

  • LA CUCCAGNA, 1962, Italia, 104′, BN, con Luigi Tenco;
  • FANTOZZI, 1975, Italia, 108′, con Paolo Villaggio (quarantennale)
  • VIENI AVANTI CRETINO, 1982, 98′, con Lino Banfi, film che rivedremo a 40 anni dall’uscita nelle sale.
  • LA VOGLIA MATTA, 1962, Italia, 110′, BN, con Catherine Spaak (film restaurato e presentato a Venezia, 2022);
  • IL FEDERALE, 1961, Italia, 100′, BN con Ugo Tognazzi (un altro centenario del 2022, Tognazzi era nato il 23 marzo 1922);

Emanuele Salce, figlio del regista e a sua volta attore e regista teatrale, è stato ospite ieri di uno speciale incontro, moderato a Andrea Morini, durante il quale non solo si sono andati a ripercorrere la figura dell’artista Luciano Salce e il suo cinema, ma anche guardare al grande regista con uno sguardo intimo, personale, caratterizzato dal rapporto che esisteva tra padre e figlio.

FCP2022 Emanuele e Luciano Salce

Nell’accettare l’invito di Porretta Cinema, Emanuele Salce aveva dichiarato:

Sono molto felice che il Festival di Porretta Terme dedichi questa retrospettiva a mio padre. La memoria non è mai un esercizio scontato in questo paese, che tende anzi a dimenticare facilmente. Credo che ricordare una figura come quella di Luciano Salce oggi sia molto interessante non solo per la sua storia artistica ma, in un’epoca di dilagante omologazione come la nostra, anche per quella dell’uomo libero ed anticonformista che è stato

Nell’affrontare il dibattito presso lo Spazio FCP – una delle nuove e molto apprezzate location del Festival – Emanuele Salce ha ricordato come la vita di Luciano fosse partita con diverse difficoltà personali (la madre muore a pochi mesi dal parto, il rifiuto da parte del padre, che lo lascia a balia e, dopo la prematura scomparsa anche di quest’ultima, lo iscrive ad un collegio gesuita sin dai 6 anni). Sarà iscrivendosi all’Accademia d’Arte Drammatica che sembrerà trovare una vera famiglia, ritrovandosi compagno di personaggi del calibro di Celli, Gassman, Manfredi, Guazzelli. Una meravigliosa generazione, che farà nascere la storia di Luciano Salce. Che non solo girerà il mondo, ma andrà ad agire tra teatro, televisione, cinema e scrittura. Come detto con ironia da Emanuele Salce, approfondendo la figura del padre si scopre un uomo capace di fare quasi tutto e bene, in modo quasi inquietante per molti aspetti.

La gioia del figlio di Luciano Salce nel vedere tributato un riconoscimento come quello di aver dedicato il visual del Festival e una così speciale retrospettiva dedicata al cinema del padre viene sottolineata anche dall’amarezza dell’aver constatato come pochi siano stati i momenti di omaggio ad una figura così eclettica e centrale negli anni in cui le opere di Salce erano capaci anche di stravolgere linguaggi e modalità interpretative.

FCP2022 Emanuele e Luciano Salce
Andrea Pegoraro, Emanuele Salce e Andrea Morini al XXI Festival del Cinema di Porretta

Tra ricordi davvero intimi e personali di un figlio che ricorda i film del padre per le ore passate tra un caravan su un set o aspettandolo in un teatro, anche la tenerezza di un uomo che sa di essere curatore di un’importante eredità come quella paterna e si affida alla figura di Andrea Pegoraro – anche lui presente all’incontro – per approfondirne gli aspetti critici sia in merito al suo ruolo nella cinematografia italiana che alla valenza della sua filmografia nella storia del cinema.

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