Spesso è nei fuori concorso delle programmazioni festivaliere che si trovano i titoli più interessanti. Sicuramente, è quello che ci è successo assistendo alla proiezione al TFF40 dell’esordio alla regia dell’attrice Isabella Ragonese, che con il suo Rosa – Il canto delle sirene, ci offre un toccante ritratto delle donne di Sicilia e della loro terra attraverso il racconto della storia della cantante Rosa Balistreri.

Isabella Ragonese, palermitana fortemente legata alla sua terra d’origine, si approccia in modo onesto e umile ad una delle figure più emblematiche del femminismo siciliano, Rosa Balistreri. Cantante folk-popolare, che trova nella musica un nuovo modo di far sentire la sua voce e dar vita alle sue battaglie. L’attrice, alla sua prima prova dietro la macchina da presa, veste anche i panni della cantante. Lo fa più con spirito di immedesimazione che per volontà di apparire. Ed è lei stessa a spiegarlo nel film:

Come si fa a raccontare la voce di una donna che non hai mai conosciuto, ma che frequenti da sempre? Come si evocano i fantasmi? I fantasmi dei luoghi e delle persone lontane? Forse immaginandoli, evocandoli, perdendoti. Questo compito, questo desiderio, ho deciso di prenderlo con tutto il corpo come fa un’attrice con il personaggio da interpretare.
TFF40 Isabella Ragonese Rosa

Quella di Rosa è la storia di una vita che ti cresce a cardi amari. Una vita fatta di rigide regole imposte dal patriarcato. E dalla cinta di un padre che era violento con lei come con tutte le altre donne della famiglia. Un uomo che non mancava mai di riportarla ad un ruolo di inferiorità. Ma che con quel solo le puttane e le sirene cantano, dà a Rosa un nuovo scopo, portandola a cercare una nuova strada da percorrere.

La scelta di Isabella Ragonese con il suo Rosa – Il canto delle sirene è quella di raccontare una storia di condanna dei soprusi e delle violenze subite dalle donne attraverso il racconto/canto di Rosa. Partendo, quindi, da un inconsapevole femminismo come quello della Balistreri, divenuta solo dopo icona femminista, ma che imbracciava quella chitarra che era consapevole di non saper suonare bene solo per potersi raccontare, per poter dare sfogo e testimoniare di un’esistenza dura, aspra, non facile. La mia voce e la mia chitarra sono state la mia forza e il mio destino, diceva la cantante palermitana. A cui altre donne si ispirano.

Donne culo a culo con la malasorte

TFF40 Isabella Ragonese Rosa

Dalle donne che gestiscono la Sartoria Spazio Donna Zen di Palermo, anche loro passate per esperienze di violenza in famiglia, che attraverso le loro bambole di pezza cercano di tramandare un passato di donne che hanno saputo combattere il sistema che voleva vederle soggiogate. Dalla fotografa Letizia Battaglia (interpretata per la fiction Rai a lei dedicata dalla stessa Isabella Ragonese) alla stessa Rosa Balistreri. Alla giovane che racconta la sua difficoltà di non riconoscersi nel proprio corpo ed ha acquistato consapevolezza di sé e del rapporto con la sua città solo dopo aver completato la transizione. A Maria, orgogliosa di quel passato in cui era Mario, ma consapevole delle lotte che ha dovuto fare per farsi accettare come donna trans. Alla giovane atleta, che aveva pensato di dover abbandonare la sua Terra per trovare un mondo di opportunità, ma che decide di tornare, facendosi forza e trovando coraggio proprio nelle canzoni di Rosa.

Tutte donne che vivono con la Balistreri un rapporto trasversale. Fatto di consapevolezza e determinazione acquisita nel tempo, con le lotte fatte. Seguendo quell’esempio dato da Rosa in vita, dai suoi testi, dalle sue canzoni, dalle sue battaglie a suon di accordi semplici alla chitarra. Voci di donne che hanno vissuto culo a culo con la malasorte. Ma capaci, nella condivisione delle proprie esperienze e nell’unione nella lotta, di dar voce alle proprie battaglie. E spesso quella voce cantava Rosa.

Rosa – Il canto delle Sirene è prodotto da Sky Arte e a breve sarà, in esclusiva, disponibile per gli abbonati Sky e in streaming on demand su NOW. Isabella Ragonese riesce, già con questa sua opera prima, a dimostrarsi regista attenta, rigorosa, con una sensibilità alle tematiche socialità e alle lotte per le donne che speriamo sappia tutelare e mantenere anche nei suoi prossimi lavori.

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