Tra i primi film del Concorso Lungometraggi del 40° Torino Film Festival troviamo Falcon Lake, originale coming of age canadese che prende spunto dal una graphic novel di discreto successo tra Canada e Stati Uniti.

Due ragazzi, lei sedicenne, lui più giovane di due anni, passano l’estate con le loro famiglie sulle rive di un lago in Quebec. Di contorno ci sono genitori molto distratti e un gruppo di coetanei scapestrati ma non debosciati, per fortuna. C’è anche un fantasma che vive nel lago e ogni tanto prende per i piedi qualcuno che nuota, evocato anche dai protagonisti che girano spesso per il bosco e per casa con un lenzuolo bianco. La paura come parte della formazione della personalità è un lato importante della storia insieme alla scoperta del sesso, due elementi che nel film corrono paralleli, entrambi sul piano della leggerezza.  

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In Falcon Lake, film tratto dalla graphic novel di Bastien VivèsLa sorella (2018), si insegue il classico andamento degli amori adolescenziali, dal reciproco ignorarsi alla scoperta di qualche minima affinità, ai piccoli malintesi, al desiderio di scoprirsi fino al primo passo. Niente di nuovo, ma l’innesto della paura che diventa un banco di prova, una sfida reciproca a rivelare i più oscuri segreti, insieme a questo modo quasi infantile di giocare con i misteri spaventosi, invocarli e provocarli rende la storia molto fresca descrivendo un mondo in cui i ragazzi sono liberi di mettersi alla prova e di sperimentare, senza sensi di colpa legati a famiglie invadenti e ansiose.

Charlotte Le Bron, regista canadese alla sua opera prima, sceglie di girare in 16 mm a schermo ridotto, con una fotografia non perfettamente definita ma espressiva ed elegante. Con mano leggera entra nei segreti di due ragazzi dispari: lei vive nell’acqua e lui ne ha paura in una narrazione in cui l’acqua è parte viva e continua della vicenda. Con altrettanta delicatezza e spirito vola sulla loro relazione sessuale, senza imbarazzi benché appena abbozzata. I brevi squarci di vita familiare sono pungenti e rivelatori, così come la sguardo sul gruppo di ragazzi che circonda i protagonisti.

Joseph Engel (Bastien), un ragazzo parigino di tredici anni, e Sara Montepetit (Chloé) esordiente scelta con una call tra 400 candidate, recitano con naturalezza, entrambi più che convincenti.

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