Ben più di un biopic quello realizzato dal giornalista e regista Filippo Vendemmiati. Let’s Kiss. Storia di una rivoluzione gentile, documentario dedicato alla figura di Franco Grillini e prodotto da Genoma Films con Albedo Productions, con tono leggero e materiale inedito, ricostruisce oltre trent’anni di storia politica e testimonia una lotta dura e gentile nel nome della dignità̀ e dell’uguaglianza e a favore (non solo) della comunità LGBTQ+ in Italia.

Un racconto per tappe. Quelle attraverso cui si cerca di ricostruire le lotte e le conquiste politiche di Grillini durante tutti gli anni della sua militanza – dal tragico irrompere dell’Aids con i morti e la messa all’indice dei rapporti omosessuali fino al primo matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’ancora aperta battaglia per la stepchild adoption – ma anche l’evoluzione nella società di quello che continua ad essere un argomento divisivo e controverso come il riconoscimento dei diritti fondamentali di un’intera comunità, finora ancora troppo spesso relegata ai margini di un sistema morale che non ha saputo (e non sa) fare i conti con i risultati di quella che, a ragione, viene definita una rivoluzione gentile in atto da oltre trent’anni.

Il film scorre veloce, regalando allo spettatore un’enorme intensità narrativa e visiva. La stessa intensità con la quale Franco Grillini ha vissuto tutte le tappe, personali e politiche, della sua vita. Con movimenti in presa diretta, che con delicatezza e non pochi tocchi poetici cercano di non interferire ed interrompere il flusso narrativo dei racconti del protagonista, Let’s Kiss viaggia lungo la storia e la politica del nostro paese attraverso i luoghi che hanno profondamente influito sulla vita del suo protagonista: dalla casa natale in campagna dove viveva con i genitori contadini e in cui ha compreso l’importanza dell’umiltà e del mettersi al servizio dell’altro alla sede della Facoltà di pedagogia in cui si è laureato; dalle vecchie sedi di partiti ormai scomparsi fino al Parlamento, passando per le strade e le piazze dei Gay Pride, da Roma a New York e, ovviamente, nella sua Bologna.

In un racconto sincero e non privo della sua irrompente ironia, Franco Grillini si apre allo spettatore, che può entrare dentro al suo privato e comprendere quanto questo si sia sempre intrecciato ed interfacciato con onestà anche nella sua immagine ed azione pubblica.

Dopo l’anteprima mondiale nel corso dell’ultima edizione di Alice nella Città a Roma e alcune proiezioni nel corso di diversi festival cinematografici, sia nazionali che internazionali, Let’s Kiss arriva finalmente in sala e il grande pubblico potrà assistere alle diverse proiezioni speciali organizzate, da oggi fino a mercoledì 2 febbraio, in tutta Italia.

Abbiamo raggiunto Filippo Vendemmiati, regista del film oltre che grande amico di Franco Grillini, prima dell’avvio di questo importante e nuovo percorso per il suo film.

Come è nata la tua amicizia con Franco Grillini?

Ci conosciamo da una quarantina d’anni, studenti impegnati, la comune passione per la politica e per il cinema. Non ci siamo mai persi di vista, una stima e una amicizia reciproca. Realizzare un film su un amico non è un principio previsto nel manuale del “bravo regista”.  Spero almeno di non aver rovinato un’amicizia.

Nel 2018, il Comune di Bologna ha conferito a Grillini la sua massima onorificenza, il Nettuno D’Oro. Gli scrivesti delle righe: Caro Franco, eccomi qui di nuovo, non più̀ a stupirmi ma a inorgoglirmi della tua storia, perché è anche un po’ la mia e quella della nostra generazione.  A distanza di anni possiamo dire che molte delle nostre idee sono state sconfitte. Il mondo è cambiato e non nella direzione che noi volevamo, ma il mondo non ha cambiato noi che siamo rimasti quelli di allora, sempre a testa alta e con le stesse sacrosante speranze e illusioni. Questa in fondo è la vittoria più̀ bella. Mi piacerebbe raccontare a modo mio la tua vita, nel modo che tu, che mi conosci, ben sai: il racconto per immagini, il cinema insomma. Cosa nella sua vita ti aveva spinto a realizzare questo progetto?

Avevo bisogno di ritrovare una “vicinanza poetica” con il soggetto del mio nuovo racconto per immagini. Quando ho pensato a Franco è partito il proiettore nella mia testa e ho assistito in anteprima al film che avrei voluto girare con lui. La vita di Franco, le sue battaglie, la sua capacità narrativa e la sua fisicità così teatrale. Intelligenza, cultura e ironia al servizio di una lotta civile per i diritti di tutti. Allo stesso tempo la capacità innata, derivata dalla sua forte appartenenza al mondo contadino, di non prendersi mai troppo sul serio e di usare il paradosso per ribaltare i pregiudizi. Il film che è nato e che ora tutti possono vedere è proprio quello che avevo visto nella mia testa, sono contento e devo ammettere che mi piace molto.

Franco ha detto: L’omosessualità mi ha risparmiato almeno 25 anni di noia.  Il miracolo è aver realizzato una rivoluzione gentile. A tuo giudizio, qual è l’insegnamento principale di questa sua rivoluzione?

Sulla noia della vita di Franco non mi pronuncio, da quel che si capisce dal film è stata sicuramente movimentata. Noto che molti sono quasi increduli dalle conquiste che grazie a Franco sono state fatte negli ultimi decenni nel campo delle persone LGBTQ+, una rivoluzione che è passata prima di tutto nel senso comune e nel costume sociale. Resta ancora molto da fare, i passi indietro non mancano, ma la rivoluzione c’è stata ed è stata gentile e civile. Chi questi anni li ha attraversati e li ha anche subiti dolorosamente sulla propria pelle sa bene di cosa stiamo parlando, chi è più giovane oggi ha un senso quasi di smarrimento rivedendo ad esempio una vecchia trasmissione degli Anni ’80 in cui il tema era: Inviterete un omosessuale a casa vostra, come amico? Oppure un Enzo Biagi che con pudore e preoccupazione chiede ad un giovanissimo Franco Grillini: ma quanti siete?

Il film è girato in presa diretta. Una tecnica sempre più complessa e meno diffusa nel cinema odierno. Cosa ti ha spinto a questa scelta registica?

La naturalezza e l’immediatezza di Franco non potevano essere ingabbiate in una sceneggiatura con dialoghi e movimenti prestabiliti anche perché Franco sul set è totalmente ingovernabile. Parla, risponde al telefono, fotografa con il cellulare e ti chiede di essere fotografato. Il primo giorno di riprese, eravamo al Gay Pride di Bologna nel 2019 sotto una grandinata torrenziale, Carlotta, Stefano e Simone mi hanno guardato quasi sconsolati come per dire: non ce la faremo mai. Rivedendo poi queste immagini ci siamo resi conto che in realtà questa doveva essere la cifra stilistica del film: Franco come è al naturale, nella sua spontaneità e nei suoi modi esondanti.  Lo abbiamo portato sui luoghi e ci ha fatto da guida, ci siamo affidati reciprocamente ed è stato anche molto divertente, fossimo in Parlamento o a New York. Guai però a solo suggerirgli una frase o un commento preconfezionato.

Filippo Vendemmiati e Franco Grillini durante il Gay Pride di Bologna nel 2019
La storia di Let’s Kiss e i racconti di Franco sono arricchiti da una colonna sonora realizzata da Paolo Fresu. Come è nata questa collaborazione?

Volevo una musica potente e invasiva che accompagnasse ed arginasse il flusso narrativo, ma cercavo anche un compositore sensibile che conoscesse la storia. Paolo Fresu ha letto prima la sceneggiatura e ci siamo subito capiti. Poi ha ascoltato la registrazione del racconto di Franco e mi ha detto: la sua voce è un flusso sonoro quasi ondosa.  Ha composto alcune musiche originali, altre le abbiamo scelte insieme dal suo enorme repertorio. La colonna sonora si è rivelata colorata, nostalgica e piena di ritmo. Paolo, come amici in comune mi avevano preannunciato, è una persona con cui è un piacere lavorare, l’intesa è stata immediata. Proietteremo Let’s Kiss in Sardegna in agosto nel suo festival Time in Jazz.

Let’s Kiss ha avuto la sua anteprima mondiale durante l’ultima edizione di Alice nella città ad ottobre 2021. Da allora, il film ha avuto diversi passaggi nel corso di importanti festival cinematografici nazionali e ha vinto l’Italian Film Festival di Berlino. Ora arriva finalmente in sala. Quale speri sia la reazione del pubblico?

Ogni film è quasi come un figlio. Lo fai crescere, lo accompagni, poi ad un certo punto ti lascia e non ti appartiene più.  Diventa proprietà, patrimonio condiviso o respinto di chi lo guarda. C’è un preciso momento in cui anche il suo regista diventa spettatore, ma è come guardare giocare a calcio il proprio figlio, esempio non a caso. Esulti per una bella azione o per un gol, ma sei più attento alla reazione del pubblico che a quello che succede in campo. Il film esce nel momento peggiore per il cinema e ancora di più per le sale. Let’s Kiss farà i conti non solo con il Covid ma anche con il Festival di Sanremo. A proposito lo sai che la canzone che accompagna i titoli di coda, Baciamoci, è una cover dei Ricchi e Poveri? Non so quante volte l’ho ascoltata prima di decidere. Alla fine mi sono innamorato anche del testo:

Quando fuori c’e’ casino e lo sai dalla TV
E cantando a squarciagola gli altri non ti senton piu’
Quando sogni primavera
E la neve scende ancora
Pensa che ci sono io con te e allora
Ba-ba-ba-ba-ba baciamoci stasera e allora
ba-ba-ba-ba-ba baciamoci sul naso, baciamoci per caso e ancora
Forse una buttade. Forse un preciso desiderio. Ma nelle scorse settimane il nome di Franco è stato fatto da chi lo avrebbe voluto come prossimo Presidente della Repubblica. Tu che lo hai conosciuto anche nella militanza, qual è il suo messaggio politico di cui le giovani generazioni dovrebbero fare riferimento?

Quando un gruppo di persone ha proposto questa iniziativa, Franco mi ha chiesto il mio parere e come sempre sono stato sincero con lui: mi sembra sinceramente una pagliacciata, ma fai come vuoi, ti chiedo solo che questa iniziativa non sia accostata al film. Franco è andato avanti, dicendomi che lo faceva per gioco, io non ho firmato la petizione. Nelle elezioni per la presidenza ha avuto un voto, abbiamo riso insieme e oggi applaudiamo la rielezione di Sergio Mattarella. Franco mi ha mandato una foto di Mattarella con i capelli biondi e lunghi da donna.  Questo è il messaggio, non fermiamoci ai generi, passiamo oltre!

La tua vita professionale si alterna tra la tua carriera di giornalista e regista. Dove di senti più a “casa” e perché?

In verità io mi sento “a casa” in pochissimi posti: a casa mia ovviamente, con la mia famiglia e i miei animali, a casa dei pochissimi amici di una vita, spesso al cinema e sempre allo stadio Paolo Mazza dove gioca la Spal. Mi accorgo che manca una casa dove ho passato ormai 35 anni. Ma questo è un altro film.

Ci piacerebbe proprio vederlo questo film sulla vita di Filippo Vendemmiati. Intanto, da oggi, andiamo a vedere in sala la rivoluzione gentile di Let’s Kiss.

Sulla pagina Facebook del film, tutti gli aggiornamenti sulle sale cinematografiche in cui trovarlo in questi tre giorni. Per i concittadini di Franco Grillini, Let’s Kiss sarà in proiezione a Bologna al Pop Up Cinema Jolly (qui tutti gli orari), in cui è previsto anche un evento speciale, mercoledì 2 febbraio alle ore 19.00, durante il quale il protagonista Franco Grillini e il regista Filippo Vendemmiati incontreranno il pubblico.

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