When You Finish Saving the World, il film d’esordio dell’attore e drammaturgo Jesse Eisenberg, è nato, come ogni storia, per caso. Mentre stava discutendo con un amico delle difficoltà incontrate dai genitori al giorno d’oggi, rimase colpito dall’estrema mortificazione mista a colpa che questi provava. Si sentiva colpevole di non riuscire a essere un padre devoto, di non provare alcun legame emotivo con la sua figlia appena nata. Eisenberg era incuriosito dall’idea di esplorare quella tensione tra l’immagine idealizzata del genitore e l’esperienza concreta, ma sapeva che la forma cinematografica non era la più appropriata per farlo, almeno inizialmente.

Così nacque un audiodramma di poco più di cinque ore, distribuito come originale Audible sul terreno statunitense, che racconta la storia della famiglia Katz attraverso tre punti di vista e tre momenti delle loro vite, coprendo complessivamente oltre trent’anni. Prima la parola spetta a Nathan, a cui da la voce lo stesso Eisenberg, che in una seduta di terapia di coppia nel 2017 (anno in cui l’attore è diventato padre) racconta le difficoltà a capire suo figlio appena nato. Quello stesso bambino una volta adolescente (con la voce di Finn Wolfhard) è il protagonista del secondo capitolo, ambientato nel 2032, con una serie di messaggi vocali lasciati a uno psicologo virtuale. L’ultima parte raccoglie una serie di cassette inviate nel 2002 dalla madre Rachel (Kaitlyn Dever) al fidanzato di quel periodo, impegnato al fronte in Afghanistan.

Nel trasformare il suo audiodramma in un film, Jesse Eisenberg decide di stravolgerla, rimuovendo le diverse linee temporale e mantenendone quasi solamente lo scheletro. Se When You Finish Saving the World rimane la storia della famiglia Katz, il padre (qui interpretato da Jay O. Sanders) assume un ruolo marginale, limitandosi a essere un mediatore tra madre e figlio, i due veri centri della storia. Lei, Evelyn (Julianne Moore), gestisce un rifugio per le vittime di violenze domestiche con rigidità e profonda dedizione alla causa e si aspetta che tutte le persone attorno a lei abbiano un simile approccio alla loro vita. Ziggy (Finn Wolfhard, che riprende il suo ruolo dell’audiodramma) suona le sue canzoni “classic folk rock con influenze alternative” in lunghe e frequenti dirette per i suoi 20.000 fan (un numero che ripete fino alla nausea). Dove la madre vede un’opportunità di crescita, il figlio vede una via per raggiungere il successo. Dove lui vede una possibilità di guadagno, lei vede l’ennesimo smacco alla sua famiglia.

La loro incapacità di dialogare, se non per urlarsi dietro a vicenda, ha creato un divario tra i due, che il padre prova a colmare o almeno a evidenziare con il suo atteggiamento fin troppo bonario. Ziggy e Evelyn decidono di cercare quello che trovavano prima l’uno nell’altra in altre persone. Ziggy si interessa a una ragazza a scuola, Lila (Alisha Boe), interessata alla politica e alla situazione attuale del mondo, che non perde occasione per criticare l’ipocrisia del ragazzo. Evelyn invece incontra il figlio di una donna da poco entrata nel rifugio e gli offre tutto il supporto che avrebbe voluto offrire a Ziggy, aiutandolo nella scelta del college, uscendo a mangiare con lui e ascoltando le sue preoccupazioni.

When You Finish Saving the World, prodotto da Emma Stone e Dave McCary, è un film fatto di piccole epifanie: Eisenberg non costringe mai i suoi personaggi a crescite improvviste o comportamenti che non gli appartengono, perché consapevole che sarebbero necessari anni per ricostruire quel rapporto. Preferisce che si limitino a fare un passo solo verso una nuova comprensione l’uno dell’altro. Il film spende gran parte della sua breve durata (appena 88 minuti) a costruire i mondi interiori dei suoi protagonisti e ad esporre i loro ideali, concentrandosi soprattutto sul modo in cui interpretano la passione e l’onestà. Ziggy le vede come un mezzo per guadagnare subscribers mentre Evelyn come l’unica strada possibile per vivere.

Jesse Eisenberg è consapevole di non poter inventare pressoché nulla nel dramma genitore-figlio, essendo questo uno dei territori più frequentati dagli autori fin dalla nascita del semplice concetto di storia. Decide quindi di infondere la sua sceneggiatura con imbarazzo e dolcezza, posizionandosi in mezzo ai suoi due personaggi e dando voce alla sua esperienza di figlio e padre. Ad aiutarlo nel far convivere gli ingombranti Ziggy ed Evelyn è la colonna sonora realizzata da Emile Mosseri (sua anche la colonna sonora di Minari), che crea due mondi sonori distinti, uno più elettronico e l’altro più classico, destinati a incontrarsi solo sul finale.

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