Jamie (Margaret Qualley) e Marian (Geraldine Viswanathan) non volevano diventare due criminali. Quando hanno approfittato di un noleggio auto gratuito, infatti, speravano solo di lasciarsi Philadelphia alle spalle per un po’, una per fuggire da un’ex incapace di perdonarla, l’altra per raggiungere una zia conservatrice con cui fare birdwatching, e magari fare tappa in qualche bar per lesbiche sulla strada. Una consegna sbagliata, tuttavia, costringe le due donne al centro di una rete di intrighi politici e criminali di dubbio gusto e Jamie e Marian saranno costrette a fare ricorso alla loro astuzia e una buona dose di menefreghismo per sopravvivere.

Drive-Away Dolls rappresenta la seconda avventura in solitaria di Ethan Coen (dopo un documentario su Jerry Lee Lewis), nel temporaneo periodo di pausa creativa tra i due fratelli. È una solitudine tuttavia solo apparente. Anche questo film è frutto di una collaborazione, profondamente necessaria per donare a Drive-Away Dolls la sua autenticità e anche, perché no, la sua pazzia. Tricia Cooke, moglie del regista, qui non è solo montatrice, ma anche co-sceneggiatrice e mente dietro il soggetto.

È grazie a lei e alla sua esperienza che Drive-Away Dolls, ora nelle sale italiane solo in lingua originale sottotitolata, trova la sua identità. Non ci troviamo in sentieri diversi da quelli solitamente battuti dai fratelli Coen, specialmente alle origini della loro carriera (impossibile vedere Margaret Qualley e non pensare al Nicolas Cage di Raising Arizona), ma in questo caso si sceglie di abbracciare una particolare esagerazione camp, tipica del B-movie anni 90’. Drive-Away Dolls è un film che non ha paura di forzare la mano, di usare logiche degne dell’inseguimento tra Willy il Coyote e Beep Beep, cercando e bramando l’assurdo.

Nel panorama del cinema lesbico, Drive-Away Dolls prosegue il discorso aperto da Bottoms di Emma Seligman (qui in Italia distribuito direttamente su Prime Video), continuando a mettere al centro il desiderio femminile senza censure e soprattutto senza il bisogno di renderlo palatabile per un pubblico eterosessuale. L’orientamento sessuale di Jamie e Marian, come quello di tante altre donne che incontrano lungo il percorso, è fondamentale per la storia, è motore, collante e anche fonte di innumerevoli risate, mai scontate.

Un film come Drive-Away Dolls sarebbe rimasto una scommessa vinta a metà senza il cast giusto. Margaret Qualley, che sarà la protagonista di una trilogia di B-movie lesbici per Coen e Cooke, si allontana dalla grazia che contraddistingue la sua immagine pubblica per la sua prima avventura da protagonista nella commedia, affiancata da una Geraldine Viswanathan posata e tesa come una corda. Come ogni film hollywoodiano che si rispetti, Drive-Away Dolls ha un piccolo cameo di Matt Damon. Non si tratta di una performance degna di nota o qualsivoglia, però è giusto avvisare.

Articoli simili