Il Sundance Film Festival, il festival fondato dall’omonimo istituto di Robert Redford per supportare i film indipendenti, continua a dimostrare l’attenzione per le nuove voci del cinema anche in questa edizione, che a causa della variante Omicron, si è dovuta svolgere completamente online. Per questo nel programma è stato riservato un grande spazio ai debutti nel lungometraggio in tutti i diversi concorsi. In questo articolo, nello specifico, vi consigliamo tre esordi da tenere d’occhio, provenienti da tre sezioni diverse.

BRIAN AND CHARLES di Jim Archer (WORLD CINEMA DRAMATIC COMPETITION)

La World Cinema Dramatic Competition è la sezione competitiva del concorso dedicata a registi emergenti di tutto il mondo.

L’inventore Brian (David Earl, collaboratore di Ricky Gervais) vive da solo nella campagna gallese e tra mille progetti fallimentari e un inverno particolarmente rigido, la sua depressione lo sta privando di ogni energia. Un giorno, però, trovando una testa di un manichino (molto somigliante per qualche ragione a Jim Broadbent), ha un’idea: costruirsi un robot da compagnia. Raccoglie una lavatrice e alcuni scarti e tre giorni dopo nasce Charles (con la voce di Chris Hayward), che nonostante i primi problemi si rivela essere vivace e avventuroso. Dopo aver imparato l’inglese da un dizionario, il robot vorrebbe esplorare il mondo fuori dal cottage, ma Brian non è pronto a seguirlo.

Jim Archer, per Brian and Charles, decide di ampliare il suo omonimo cortometraggio, mantenendone però la chiave narrativa. Rimane difatti un mockumentary, che sembra seguire molto da vicino l’esempio di Taika Waititi e Jemaine Clement in What We Do in the Shadows. Nel lungometraggio, Archer è costretto a delineare il mondo fuori dalla residenza di Brian, introducendo un interesse amoroso (la timida Hazel interpretata da Louise Brealey) e inserendo un elemento di conflitto dettato non solo dai differenti desideri di Brian e Charles, ma anche dal villaggio che sembra escludere il bizzarro scienziato. Brian and Charles è una commedia che riscalda il cuore, incentrata sui bizzarri modi che l’uomo trova per colmare i vuoti nella sua vita. Il merito del suo successo sta nel lavoro di Hayward, anche co-sceneggiatore del film, che rende il robot Charles profondamente reale e amabile.

FRESH di Mimi Cave (MIDNIGHT)

Horror, commedie e lavori che rifiutano le tradizionali classificazioni di genere: i film della sezione, proiettati quando il festival si tiene in presenza a mezzanotte, desiderano far passare allo spettatore una notte insonne.

Noa (Daisy Edgar-Jones) è stanca delle app di appuntamenti e dei ragazzi tediosi che passano gli appuntamenti a umiliarla. Quando un giorno incontra per caso l’affascinante Steve (Sebastian Stan) al supermercato, vede uno spiraglio di speranza e decide, quasi per scommessa, di dargli il suo numero di telefono. Si sente subito catapultata in una commedia romantica, trovando in lui quella chimica e quell’amore che cercava da anni. Dopo pochi giorni di conoscenza, Steve le propone un weekend lontano dalla città e Noa accetta entusiasta, nonostante i dubbi della sua migliore amica Mollie (Jojo T. Gibbs). Presto quel viaggio si rivelerà tuttavia essere qualcosa di totalmente inaspettato.

È difficile parlare di Fresh di Mimi Cave, senza cadere in eventuali spoiler. Un’informazione di troppo, un aggettivo sbagliato potrebbero rovinare il piacere che si prova scoprendo pian piano la sceneggiatura di Lauryn Kahn. È un film dove, per usare una spiacevole frase fatta, le apparenze ingannano e allo stesso tempo gli inganni aiutano a capire la realtà quotidiana. Sebastian Stan dona a Steve uno charme opaco e ipnotico, mentre Daisy Edgar-Jones ha la possibilità, dopo il suo brillante esordio in Normal People, di mostrare un altro lato di sé, grazie alla dolce fierezza di Nora.

AM I OK? di Tig Notaro e Stephanie Allynne (PREMIERES)

La sezione dove vengono presentati alcuni dei film più attesi dell’anno, tra lungometraggi e documentari.

Lucy (Dakota Johnson) e Jane (Sonoya Mizuno) sono migliori amiche da sempre. Vivono in simbiosi, a tal punto che la loro insegnante di yoga pensa che siano state sorelle in una vita precedente. Tutto cambia quando Jane riceve una promozione a lavoro che la costringerà a trasferirsi a Londra poche settimane più tardi e Lucy decide di cogliere l’occasione per confessarle il suo segreto più grande: le piacciono le donne, è qualcosa di cui è sicura da molto tempo, ma l’averlo capito a 32 anni la fa sentire come se il tempo fosse scaduto per lei. Le due amiche si trovano a un bivio delle loro vite, che le porta a riconsiderare il loro rapporto.

AM I OK? è il debutto alla regia di Tig Notaro, stand-up comedian e showrunner di One Mississippi (forse la più bella serie originale Prime Video), in collaborazione con la sua compagna di vita e di set Stephanie Allyne. È una storia d’amore, ma non nel senso più convenzionale del termine. Lucy e Jane, grazie alla chimica tra Johnson e Mizuno, trovano mille modi per definire il loro concetto di amore, mentre cercano di capirsi. AM I OK? è anche una delle esplorazioni più sentite e specifiche dell’esperienza queer, che finalmente allarga il campo del genere del coming out dando spazio anche a fascia d’età diverse da quella adolescenziale.

Articoli simili