Unico film italiano in concorso alle Giornate degli Autori, il nuovo film di Ciro De Caro, Taxi Monamour sarà in sala già da domani, 4 settembre, distribuito da Adler Entertainment. Anche per questo nuovo lavoro, il regista ritrova Rosa Palasciano che, come già successo con il precedente Giulia, lo affianca sia come sceneggiatrice che come protagonista. Accanto a lei, nel ruolo della giovane Nadiya, troviamo Yeva Sai, attrice ucraina, tra i protagonisti della quarta e dell’immente quinta stagione di Marefuori.

La trama

Taxi Monamour, quarto lungometraggio per Ciro De Caro, è una celebrazione dell’universo femminile. Seguendo le vicende di due protagoniste, donne che la vita vorrebbe rendere fragili e che sono costrette da importanti sfide personali e sociali a mostrare la loro tenacia e forza. La storia si concentra infatti su Anna (Rosa Palasciano) e Nadiya (Yeva Sai).

Le due all’apparenza sembrano molto diverse: una sfrontata e socievole, l’altra chiusa nella sua voglia di non aprirsi a nuovi incontri. Anna è in conflitto con se stessa e la propria famiglia e affronta in solitudine la sua malattia; Nadiya fugge da una guerra che la tiene lontana da casa. Mentre Anna ambisce ad ottenere una maggiore vicinanza da una madre che si è sempre mostrata disinteressata alla figlia giudicata problematica, Nadiya vive come un’imposizione la costante pressione della zia che l’ha cresciuta e che la ospita da quando ha lasciato il suo paese.

Giornate degli autori taxi monamour

Tutti consigliano ad Anna di seguire il suo compagno in un viaggio di lavoro e a Nadiya di restare al sicuro in Italia. L’incontro, seppur breve, tra queste due anime che si scoprono affini sarà un tuffo nella libertà.

La nostra recensione

Il cinema di Ciro De Caro sa essere genuino perché non accetta sovrastrutture, siano esse narrative che stilistiche. Taxi Monamour scorre come se la telecamera fosse invisibile, offrendo ai protagonisti in scena (e agli attori che li interpretano) una libertà di esprimersi che non ha eguali.

Il film è anche la conferma della qualità del sodalizio artistico con Rosa Palasciano. Se lo sguardo registico di De Caro si palesa nella forza della sottrazione del superfluo, quello della Palasciano gli permette di entrare nel profondo dell’animo femminile come raramente un altro regista uomo era stato capace di fare. Il risultato è che Taxi Monamour è davvero una esaltazione dell’universo femminile. Nella complessità del narrare due donne che tutti vorrebbero allineate su determinati binari. Ma che cercano in ogni modo di sfuggire dai cliché che le loro famiglie, la società in cui vivono vorrebbero costringerle.

La recitazione guidata da Ciro De Caro segue questa linea di libertà espressiva. Non sono la dizione perfetta o la teatralità dei movimenti interpretativi a guidare la sua regia, quanto piuttosto la voglia di replicare la realtà. Nella sua imperfezione, nella sua naturalezza.

Giornate degli autori taxi monamour

Diverte anche la palese sfida che Ciro De Caro continua a lanciare al sistema Cinema. Coinvolgendo, anche solo per piccoli voiceover o fugaci camei, personaggi del mondo della critica cinematografica. La protagonista di Giulia si trovava a dover rispondere alle imbarazzanti domande del corso di un colloquio di lavoro che arrivavano dalla voce fuori campo del giornalista e critico Boris Sollazzo. In Taxi Monamour, invece, molti professionisti del settore riconosceranno nel volto di un avventore della trattoria in cui lavora Anna il critico Franco Dassisti, voce storica del programma cinematografico La rosa purpurea di Radio24.

Ciro De Caro continua, con coraggio, a presentare orgogliosamente il suo cinema off system. In Taxi Monamour lo fa con una maggiore attenzione verso il vero interlocutore a cui ambisce: il pubblico.

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