Presentato oggi in concorso a Venezia81 The Order di Justin Kurzel. Ancora un titolo in cui la finzione cinematografica attinge a fatti realmente accaduti per portare in scena l’orrore del pregiudizio. Jude Law, Nicholas Hoult e Tye Sheridan sono chiamati a interpretare una delle pagine più cupe di un passato Americano tornato tristemente alla ribanta dopo i fatti di Capitol Hill del 6 gennaio 2021.

Venezia81 The Order
Ph. Credits: Michelle Faye

La trama

Una storia che ha inizio nei primi Anni Ottanta, in Idaho, stato nord-occidentale degli Stati Uniti in cui i membri della Nazione Ariana ambiscono a imporre i valori della supremazia bianca come nuovamente fondanti negli Stati Uniti.

Esperto in terrorismo di matrice ariana, il veterano dell’FBI Terry Husk (Jude Law) arriva nell’ufficio dell’assonnato sceriffo della cittadina di Coeur d’Alene per indagare su una serie di attentati a sinagoghe e sexy shop e diverse rapine in banca. Affissi in vari punti della città, alcuni volantini che incitano all’odio contro ebrei e messicani e che si presentano come una chiamata alle armi affinche una rivoluzione ariana possa ristabilire l’ordine naturale del White Power.

Non sono in molti quelli che sembrano intenzionati ad aiutarlo. Tra disinteresse, voglia di non contrariare qualche reverendo e un certo livello di collusione, Husk può contare solo sulla ex partner Joanne Carney (Jurnee Smollett). E su un giovane poliziotto locale, Jamie Bowen (Tye Sheridan). Nel corso delle loro indagini, seguendo la pista dei soldi e di una pistola abbandonata, i tre si imbaterranno nei membri di un nuovo gruppo suprematista, L’ordine (The Order). Un gruppo di giovani stanchi, rabbiosi e razzisti. Che seguono il loro leader, Bob Mathews (Nicholas Hoult) come una sorta di messia rivoluzionario che li trasporterà in una nuova era, instaurando la vera Nazione Ariana.

Venezia81 The Order
Ph. Credits: Michelle Faye

La nostra recensione

Quella del terrorismo suprematista è una piaga che colpisce da decenni l’America. Partendo dall’impoverimento della classe media e rurale, fino a arrivare nel centro delle istituzioni statunitensi e ad essere evocata nelle recenti campagne presidenziali. (S)valori che stanno permeando la società americana nell’animo ferito di una potenza mondiale che sempre più ha perso il controllo sulle ferite morali dei propri cittadini.

Da qui, risulta encomiabile il tentativo di Justin Kurzel di approfittare della ribalta di una manifestazione di prestigio come la 81a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia per presentare il suo The Order come un faro su un problema tuttora non risolto negli Stati Uniti.

La Nazione Ariana che ci mostra, il fanatismo di Bob elevato a missione mistico-religiosa e l’incapacità delle forze dell’ordine di affrontare la situazione sono al centro di una storia che vede nella morte dei terroristi non la soluzione, ma un modo per esacerbare la tensione.

Venezia81 The Order
Ph. Credits: Michelle Faye

Nonostante l’incredibile e profonda interpretazione di Nicholas Hoult (ormai arrivato a una piena maturazione attoriale, anche per scelte attoriali coraggiose che sempre più lo hanno allontanato dall’iconico personaggio di Marcus in About a boy, con cui ha avviato la sua carriera) e la rappresentazione di una polizia americana che spera ancora di poter servire (elemento che Tye Sheridan riesce perfettamente a rappresentare), la struttura di The Order troppo presto inizia a sembrare un richiamo esasperato a quell’Assassin Creed che Justin Kurzel aveva precedentemente diretto. Banalizzando la drammaticità degli eventi e trasformando la storia più in uno sparatutto che nella ricercata denuncia cinematografica.

Se non fosse per la tematica abbozzata e il cast coinvolto, spiazza la scelta di inserire in concoso un film che sa di già visto sin dalla prima scena. E che lascia lo spettatore con un senso di incompiutezza. Sottolineata dal fatto che il collegamento più interessante tra passato rappresentato e presente vissuto sia evidente solo in pochi tappi di didascalia finale.

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